La mobilitazione nazionalistica scoppiata nell’Unione Sovietica alla fine degli anni ’80 fu un evento imprevisto che colse impreparati sia i leader sovietici che gli osservatori esterni. Da parte degli stessi nazionalisti coinvolti e di alcuni studiosi si parlò allora di improvviso “risveglio” delle nazioni da decenni di letargo e oppressione sovietica, per descrivere e spiegare il fenomeno della riacquistata identità etnica, che avrebbe in breve tempo portato al crollo dell’Urss come stato unitario multinazionale e alla nascita nel dicembre del 1991 della Comunità degli stati indipendenti. La concettualizzazione dell’Urss come regime totalitario fortemente centralizzato a lungo prevalsa nella sovietologia e il ruolo svolto dalle élite intellettuali “nazionali” nel rivitalizzare il campionario simbolico di miti e memorie collettive delle loro comunità d’origine hanno giocato a favore di quest’interpretazione “romanticizzata” e primordialista, il cui limite era di sottovalutare la decentralizzazione avviata nello stato sovietico in epoca post-staliniana. Partendo proprio da queste premesse, Cristiano Codagnone, ricercatore della Fondazione Cariplo per le Iniziative e lo Studio sulla Multietnicità e docente presso l’Università Bocconi di Milano, confuta nel suo libro (“Questione nazionale e migrazioni etniche: la Russia e lo spazio post-sovietico”, Franco Angeli, 1997) la tesi dell’improvviso risveglio delle “nazioni oppresse” e sottolinea come in Urss a partire dagli anni sessanta si era progressivamente indebolito l’effettivo controllo delle autorità centrali sulle periferie “nazionali”. Le repubbliche federate si erano così gradualmente istituzionalizzate in stati nazionali in nuce, contenenti al loro interno delle subnazioni (le repubbliche autonome) in cui si sono costituite delle élite locali fornite di una certa autonomia, poi divenute gli attori principali della mobilitazione nazionalista ed indipendentista. (...)

Ruspini, P. (1997). Il risveglio dell’ex Unione Sovietica. Forti flussi migratori e conflitti etnici nell’Est in viaggio verso il terzo millennio. LA PREALPINA(Mercoledì 26 Novembre 1997), 35-35.

Il risveglio dell’ex Unione Sovietica. Forti flussi migratori e conflitti etnici nell’Est in viaggio verso il terzo millennio

Paolo Ruspini
1997-01-01

Abstract

La mobilitazione nazionalistica scoppiata nell’Unione Sovietica alla fine degli anni ’80 fu un evento imprevisto che colse impreparati sia i leader sovietici che gli osservatori esterni. Da parte degli stessi nazionalisti coinvolti e di alcuni studiosi si parlò allora di improvviso “risveglio” delle nazioni da decenni di letargo e oppressione sovietica, per descrivere e spiegare il fenomeno della riacquistata identità etnica, che avrebbe in breve tempo portato al crollo dell’Urss come stato unitario multinazionale e alla nascita nel dicembre del 1991 della Comunità degli stati indipendenti. La concettualizzazione dell’Urss come regime totalitario fortemente centralizzato a lungo prevalsa nella sovietologia e il ruolo svolto dalle élite intellettuali “nazionali” nel rivitalizzare il campionario simbolico di miti e memorie collettive delle loro comunità d’origine hanno giocato a favore di quest’interpretazione “romanticizzata” e primordialista, il cui limite era di sottovalutare la decentralizzazione avviata nello stato sovietico in epoca post-staliniana. Partendo proprio da queste premesse, Cristiano Codagnone, ricercatore della Fondazione Cariplo per le Iniziative e lo Studio sulla Multietnicità e docente presso l’Università Bocconi di Milano, confuta nel suo libro (“Questione nazionale e migrazioni etniche: la Russia e lo spazio post-sovietico”, Franco Angeli, 1997) la tesi dell’improvviso risveglio delle “nazioni oppresse” e sottolinea come in Urss a partire dagli anni sessanta si era progressivamente indebolito l’effettivo controllo delle autorità centrali sulle periferie “nazionali”. Le repubbliche federate si erano così gradualmente istituzionalizzate in stati nazionali in nuce, contenenti al loro interno delle subnazioni (le repubbliche autonome) in cui si sono costituite delle élite locali fornite di una certa autonomia, poi divenute gli attori principali della mobilitazione nazionalista ed indipendentista. (...)
1997
Ruspini, P. (1997). Il risveglio dell’ex Unione Sovietica. Forti flussi migratori e conflitti etnici nell’Est in viaggio verso il terzo millennio. LA PREALPINA(Mercoledì 26 Novembre 1997), 35-35.
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