Il presente contributo si propone di esaminare il ruolo centrale degli ordinamenti nazionali nell’attuazione degli obblighi internazionali relativi alla repressione penale dei crimini di guerra. A tal fine, dopo aver ricostruito l’evoluzione del quadro giuridico internazionale circa gli obblighi espliciti ed impliciti di criminalizzazione, il contributo analizza, per un verso, i diversi possibili modelli di armonizzazione degli ordinamenti domestici a tali obblighi, evidenziandone i relativi vantaggi e svantaggi; per altro verso, identifica i principali ostacoli interni al pieno recepimento delle caratteristiche proprie del peculiare regime repressivo previsto per i crimini di guerra, alla luce degli atteggiamenti e della prassi degli Stati. Il contributo conclude osservando che il recepimento e la repressione dei crimini di guerra a livello domestico presentano ancora notevoli carenze, auspicando un maggiore impegno politico-legislativo degli Stati funzionale ad assicurare la compiuta attuazione dell’obbligo di repressione “effettiva” di tali crimini.
Bartolini, G. (2023). Il recepimento e la repressione dei crimini di guerra negli ordinamenti interni. RASSEGNA DELLA GIUSTIZIA MILITARE(3), 3-19.
Il recepimento e la repressione dei crimini di guerra negli ordinamenti interni
Giulio Bartolini
2023-01-01
Abstract
Il presente contributo si propone di esaminare il ruolo centrale degli ordinamenti nazionali nell’attuazione degli obblighi internazionali relativi alla repressione penale dei crimini di guerra. A tal fine, dopo aver ricostruito l’evoluzione del quadro giuridico internazionale circa gli obblighi espliciti ed impliciti di criminalizzazione, il contributo analizza, per un verso, i diversi possibili modelli di armonizzazione degli ordinamenti domestici a tali obblighi, evidenziandone i relativi vantaggi e svantaggi; per altro verso, identifica i principali ostacoli interni al pieno recepimento delle caratteristiche proprie del peculiare regime repressivo previsto per i crimini di guerra, alla luce degli atteggiamenti e della prassi degli Stati. Il contributo conclude osservando che il recepimento e la repressione dei crimini di guerra a livello domestico presentano ancora notevoli carenze, auspicando un maggiore impegno politico-legislativo degli Stati funzionale ad assicurare la compiuta attuazione dell’obbligo di repressione “effettiva” di tali crimini.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.