Recentemente le Sezioni Unite della Cassazione hanno ribadito che per far valere il vizio di nullità della testimonianza ammessa ed acquisita in violazione del limite soggettivo di cui all’art. 246 c.p.c., è necessaria una duplice eccezione: l’eccezione di incapacità del testimone, da formularsi prima dell’ammissione della prova in istruttoria, e l’eccezione di nullità della prova assunta, da proporsi dopo l’acquisizione della testimonianza dell’incapace, al fine di evitare la sanatoria del vizio. Il presente contributo, al fine di verificare se il sistema a c.d. “duplice eccezione” possa ritenersi effettivamente indispensabile e confacente all’attuale sistema giuridico processuale, evidenzia e affronta le principali questioni che la Suprema Corte avrebbe dovuto, nell’ordine, trattare: l’esatta individuazione degli atti processuali che devono intendersi viziati, la natura del vizio che affligge ciascuno degli atti individuati come viziati, le rispettive modalità di rilevazione e di deduzione del vizio e, infine, la funzione assolta dall’eccezione di incapacità c.d. preventiva.
Frisina, F. (2023). Incapacità di testimoniare ai sensi dell’art. 246 c.p.c. e onere della «duplice eccezione» secondo le Sezioni Unite. RIVISTA DI DIRITTO PROCESSUALE(4/2023), 1795-1821.
Incapacità di testimoniare ai sensi dell’art. 246 c.p.c. e onere della «duplice eccezione» secondo le Sezioni Unite
Francesca Frisina
2023-01-01
Abstract
Recentemente le Sezioni Unite della Cassazione hanno ribadito che per far valere il vizio di nullità della testimonianza ammessa ed acquisita in violazione del limite soggettivo di cui all’art. 246 c.p.c., è necessaria una duplice eccezione: l’eccezione di incapacità del testimone, da formularsi prima dell’ammissione della prova in istruttoria, e l’eccezione di nullità della prova assunta, da proporsi dopo l’acquisizione della testimonianza dell’incapace, al fine di evitare la sanatoria del vizio. Il presente contributo, al fine di verificare se il sistema a c.d. “duplice eccezione” possa ritenersi effettivamente indispensabile e confacente all’attuale sistema giuridico processuale, evidenzia e affronta le principali questioni che la Suprema Corte avrebbe dovuto, nell’ordine, trattare: l’esatta individuazione degli atti processuali che devono intendersi viziati, la natura del vizio che affligge ciascuno degli atti individuati come viziati, le rispettive modalità di rilevazione e di deduzione del vizio e, infine, la funzione assolta dall’eccezione di incapacità c.d. preventiva.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.