La prise de conscience d’un homme de lettres : Emilio Cecchi journaliste politique

This article aims to deconstruct the image of the “apolitical man of letters” associated with literary critic Emilio Cecchi by analyzing the articles he wrote between 1918 and 1925 for the Italian newspapers La Tribuna and the British The Manchester Guardian. Cecchi’s participation in World War I prompted a heightened awareness of his role as an intellectual, leading him to engage in political journalism during a tumultuous period in Italian history. Following the war, he was sent to London as a representative of the Italian Foreign Action bureau, initiating a collaboration with Charles P. Scott’s newspaper. By intertwining the analysis of unpublished English and Italian articles with that of untapped sources in the Cecchi Archive, the article will delve into his journalistic ethics, conception of liberalism, and interpretation of events from the Treaty of Versailles to the rise of fascism.

Il presente articolo si propone di decostruire l’immagine di «letterato apolitico» forgiata dal critico letterario Emilio Cecchi, offrendo un’analisi degli articoli scritti tra il 1918 e il 1925 per i quotidiani La Tribuna e The Manchester Guardian. La partecipazione alla Grande Guerra provocò infatti nell’autore una presa di coscienza del proprio ruolo di intellettuale, convincendolo a impegnarsi nel giornalismo politico durante un periodo particolarmente convulso della storia italiana. Alla fine della guerra, inviato a Londra come rappresentante dell’Italian Foreign Action bureau, avvia quindi una collaborazione con il «Guardian». Intrecciando l’analisi degli articoli inglesi e italiani, nessuno dei quali mai più ripubblicati, a quella delle fonti inedite conservate nell’archivio di Cecchi, se ne affronteranno qui l’etica giornalistica, la concezione di liberalismo e l’interpretazione degli avvenimenti che portarono dal trattato di Versailles all’avvento del fascismo.