Ucraina: i bambini al cospetto della guerra

The article aims to investigate the condition of children involved in the tragedy of the russian-ukrainian conflict. The right to childhood, recognized and defended by the numerous conventions and declarations issued during the Twentieth century, is here completely obscured by the paradox of war’s violence, which is the expression of an overall human degeneration. Considering the childhood, for the human being the need for self-care can be actualized through an education careful to the dimensions and languages of the world of children. So, fantasy becomes one of the possible spaces for listening and dialogue, that are premises for a renewed project of existence. The pedagogical regard towards the self-formative authenticity of each child and his rights to life, freedom, and peace can open in him the recovery of the original human feeling.

L’articolo si propone di indagare la condizione dei bambini coinvolti nella tragedia del conflitto russo-ucraino. Il diritto all’infanzia, riconosciuto e difeso dalle numerose convenzioni e dichiarazioni emanate nel corso del Novecento, è qui del tutto oscurato dal paradosso della violenza della guerra, espressione di una complessiva degenerazione dell’umano. Si affaccia per l’uomo la necessità di una cura di sé, che, guardando all’infanzia, può trovare consistenza in una educazione attenta alle dimensioni e ai linguaggi propri del mondo dei bambini. Sicché, la fantasia diviene uno dei possibili spazi per l’ascolto e il dialogo, premesse di una rinnovata pro-gettazione dell’esistenza. Il riguardo – pedagogico – verso l’autenticità formativa di ciascun bambino e i suoi diritti alla vita, alla libertà, e alla pace può dischiudere in lui il recupero dell’originario sentimento dell’umano.