The post-World War II period—specifically, the decade spanning from the late 1940s to the late 1950s—in Italy emerges as a particularly interesting time for reflecting on the presence of cinema within school classrooms. The dialogue among pedagogists, film scholars, and institutional representatives seems to reveal two seemingly opposing positions, which are not entirely devoid of complementary elements: on one side, there are those who argue that cinema in schools should be distinctly "educational," designed to support teaching with specific references to curricular subjects; on the other side, there are those who advocate for the promotion of narrative-spectacular cinema in classrooms, asserting that the difference should be made by the teaching strategies adopted by individual teachers to ensure that the educational potential of the film emerges in any case (both in relation to the themes addressed and the cinematic language itself). From a pedagogical standpoint and regarding the developments in film and media literacy reflection, the second position appears richer in insights and more didactically effective. However, the first position is of notable interest when aimed at historicizing the debate to understand how various ideas about the "educational film" influenced the production methods of this cinematic category during the 1950s. This article specifically focuses on the production methods of educational films during this decade. More precisely, it accounts for the role played by the Cineteca Scolastica (and later by the Centro Nazionale per I Sussidi Audiovisivi), the cultural debate that emerged in numerous film criticism and pedagogy journals, and the contributions of certain entities directly involved in the production of these films (particularly "Incom" and the "Istituto Lumen").

Il secondo dopoguerra – e in particolare il decennio che va dalla fine degli anni Quaranta alla fine degli anni Cinquanta – in Italia si delinea come un periodo particolarmente interessante in relazione alla riflessione sulla presenza del cinema all’interno delle aule scolastiche. Il confronto tra pedagogisti, studiosi di cinema e rappresentanti delle Istituzioni sembra portare alla luce due posizioni apparentemente contrapposte ma che non sono del tutto prive di elementi di complementarietà: da una parte c’è chi sostiene che il cinema nelle scuole debba essere un cinema marcatamente “didattico”, pensato per supportare l’insegnamento con riferimenti specifici alle materie curriculari; dall’altra c’è chi sostiene che la presenza del cinema narrativo-spettacolare nelle aule scolastiche vada incentivata e che a fare la differenza debbano essere le strategie didattiche adottate dai singoli docenti affinché emerga in ogni caso il potenziale educativo del film (sia in relazione ai temi trattati, sia in relazione al linguaggio cinematografico stesso). Se, sul piano pedagogico e in merito agli sviluppi della riflessione sulla film e media literacy, la seconda posizione appare quella più ricca di spunti di riflessione e didatticamente efficace; la prima risulta di notevole interesse se finalizzata a una storicizzazione del dibattito volta a comprendere il modo in cui le diverse idee sul “film didattico” abbiano influenzato i modi di produzione di questa categoria cinematografica nel corso degli anni Cinquanta. Ed è proprio sui modi di produzione del film didattico nel corso di questo decennio che il presente articolo si focalizza. Più nello specifico, si dà conto del ruolo svolto dalla Cineteca Scolastica (e successivamente dal Centro Nazionale per i Sussidi Audiovisivi), del dibattito culturale emerso su numerose riviste di critica cinematografica e di pedagogia, e dell’apporto di alcuni soggetti direttamente implicati nella produzione di questi film (in particolare la “Incom” e l’“Istituto Lumen”).

Ugenti, E. (2024). Alla ricerca di nuove forme di engagement scolastico. La produzione di film didattici nell'Italia degli anni cinquanta. In V.Z. Christian Uva (a cura di), L'eccezione alla regola. Modi di produzione del cinema italiano dal dopoguerra agli anni ottanta (pp. 185-193). Venezia : Marsilio.

Alla ricerca di nuove forme di engagement scolastico. La produzione di film didattici nell'Italia degli anni cinquanta

Elio Ugenti
2024-01-01

Abstract

The post-World War II period—specifically, the decade spanning from the late 1940s to the late 1950s—in Italy emerges as a particularly interesting time for reflecting on the presence of cinema within school classrooms. The dialogue among pedagogists, film scholars, and institutional representatives seems to reveal two seemingly opposing positions, which are not entirely devoid of complementary elements: on one side, there are those who argue that cinema in schools should be distinctly "educational," designed to support teaching with specific references to curricular subjects; on the other side, there are those who advocate for the promotion of narrative-spectacular cinema in classrooms, asserting that the difference should be made by the teaching strategies adopted by individual teachers to ensure that the educational potential of the film emerges in any case (both in relation to the themes addressed and the cinematic language itself). From a pedagogical standpoint and regarding the developments in film and media literacy reflection, the second position appears richer in insights and more didactically effective. However, the first position is of notable interest when aimed at historicizing the debate to understand how various ideas about the "educational film" influenced the production methods of this cinematic category during the 1950s. This article specifically focuses on the production methods of educational films during this decade. More precisely, it accounts for the role played by the Cineteca Scolastica (and later by the Centro Nazionale per I Sussidi Audiovisivi), the cultural debate that emerged in numerous film criticism and pedagogy journals, and the contributions of certain entities directly involved in the production of these films (particularly "Incom" and the "Istituto Lumen").
2024
9788829789573
Il secondo dopoguerra – e in particolare il decennio che va dalla fine degli anni Quaranta alla fine degli anni Cinquanta – in Italia si delinea come un periodo particolarmente interessante in relazione alla riflessione sulla presenza del cinema all’interno delle aule scolastiche. Il confronto tra pedagogisti, studiosi di cinema e rappresentanti delle Istituzioni sembra portare alla luce due posizioni apparentemente contrapposte ma che non sono del tutto prive di elementi di complementarietà: da una parte c’è chi sostiene che il cinema nelle scuole debba essere un cinema marcatamente “didattico”, pensato per supportare l’insegnamento con riferimenti specifici alle materie curriculari; dall’altra c’è chi sostiene che la presenza del cinema narrativo-spettacolare nelle aule scolastiche vada incentivata e che a fare la differenza debbano essere le strategie didattiche adottate dai singoli docenti affinché emerga in ogni caso il potenziale educativo del film (sia in relazione ai temi trattati, sia in relazione al linguaggio cinematografico stesso). Se, sul piano pedagogico e in merito agli sviluppi della riflessione sulla film e media literacy, la seconda posizione appare quella più ricca di spunti di riflessione e didatticamente efficace; la prima risulta di notevole interesse se finalizzata a una storicizzazione del dibattito volta a comprendere il modo in cui le diverse idee sul “film didattico” abbiano influenzato i modi di produzione di questa categoria cinematografica nel corso degli anni Cinquanta. Ed è proprio sui modi di produzione del film didattico nel corso di questo decennio che il presente articolo si focalizza. Più nello specifico, si dà conto del ruolo svolto dalla Cineteca Scolastica (e successivamente dal Centro Nazionale per i Sussidi Audiovisivi), del dibattito culturale emerso su numerose riviste di critica cinematografica e di pedagogia, e dell’apporto di alcuni soggetti direttamente implicati nella produzione di questi film (in particolare la “Incom” e l’“Istituto Lumen”).
Ugenti, E. (2024). Alla ricerca di nuove forme di engagement scolastico. La produzione di film didattici nell'Italia degli anni cinquanta. In V.Z. Christian Uva (a cura di), L'eccezione alla regola. Modi di produzione del cinema italiano dal dopoguerra agli anni ottanta (pp. 185-193). Venezia : Marsilio.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/476027
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