La storia misurata «al lume del dopo»: propositi estetici nei nuovi quaderni del «Giornale di guerra e di prigionia»

The contribution offers an analysis of the unpublished pages of Gadda's Giornale di Guerra e di prigionia (now published in the new Adelphi edition). In addition to being an important reservoir of future gaddian writing, they show at the beginning the need of the aspiring writer to establish a relationship between life and expression. In barrack 15 in Celle, during the last months of his imprisonment in 1918, Gadda completed his apprenticeship driven by the desire to understand what to do with the war experience deposited in his Journal and established the need to overcome diary writing by looking at it "al lume del dopo”. The desire for that autobiographical material (Vita notata) to be organized and "reworked" into writing ("Pensiero notato") indicates a direction of work. The prose of war, filtering the trauma of that experience, represents the distant outcome of that path intuited by Gadda as necessary for the first time in these pages of the Giornale in which, also if confusedly, he declares his autobiographical poetics.

Il contributo offre un’analisi delle pagine finora inedite del Giornale di guerra e di prigionia di Gadda pubblicate nella nuova edizione Adelphi. Oltre ad essere un importante serbatoio della scrittura futura, esse mostrano all’origine il bisogno dell’aspirante scrittore di stabilire un rapporto tra la vita e l’espressione. Nella baracca 15 a Celle, durante gli ultimi mesi di prigionia nel 1918, Gadda compie il suo apprendistato spinto dal desiderio di capire cosa fare dell’esperienza di guerra depositata nel suo Giornale e stabilisce la necessità di superare la scrittura diaristica guardandola «al lume del dopo». Il desiderio che quel materiale autobiografico (Vita notata) venisse organizzato e ‘rielaborato’ in scrittura (Pensiero notato) indica una direzione di lavoro. Le prose di guerra, filtrando il trauma di quell’esperienza, rappresentano l’esito a distanza di quel percorso intuito da Gadda come necessario per la prima volta in queste pagine del Giornale nelle quali, anche se confusamente, dichiara l’autobiografismo della sua poetica