Il presente contributo analizza le categorie identitarie e culturali attraverso cui si strutturano le relazioni di potere tra persone e gruppi, recuperando alcune delle categorie che nella storia hanno costituito i rapporti tra parti di mondo (Oriente-Occidente/centro-periferia) e costruendo narrazioni e rappresentazioni definibili come “dominanti”. Ormai da tempo in crisi, tali relazioni inducono a riflettere sui contesti e i rapporti tra gruppi in una prospettiva differente, per connettere il globale con il locale decostruendo le rappresentazioni parziali e semplificatorie della realtà, al contempo educando i futuri cittadini a uno sguardo plurale e dunque, a tutti gli effetti, interculturale. Tale prospettiva educativa si configura come una prassi trasformativa antirazzista e contro-egemonica, la quale richiede di abbandonare le retoriche vuote e sterili che ne depotenziano il senso e l’agire. Diviene pertanto cruciale sviluppare la riflessione e la pratica educativa interculturale a partire dallo sguardo post-coloniale e della prospettiva decoloniale, nonché dalle lenti interpretative legate al concetto di intersezionalità.
Stillo, L. (2024). Chi ha il potere di definire l’altro? L’educazione interculturale come pratica decoloniale. PEDAGOGIA E VITA, 1, 42-56.
Chi ha il potere di definire l’altro? L’educazione interculturale come pratica decoloniale
Lisa Stillo
2024-01-01
Abstract
Il presente contributo analizza le categorie identitarie e culturali attraverso cui si strutturano le relazioni di potere tra persone e gruppi, recuperando alcune delle categorie che nella storia hanno costituito i rapporti tra parti di mondo (Oriente-Occidente/centro-periferia) e costruendo narrazioni e rappresentazioni definibili come “dominanti”. Ormai da tempo in crisi, tali relazioni inducono a riflettere sui contesti e i rapporti tra gruppi in una prospettiva differente, per connettere il globale con il locale decostruendo le rappresentazioni parziali e semplificatorie della realtà, al contempo educando i futuri cittadini a uno sguardo plurale e dunque, a tutti gli effetti, interculturale. Tale prospettiva educativa si configura come una prassi trasformativa antirazzista e contro-egemonica, la quale richiede di abbandonare le retoriche vuote e sterili che ne depotenziano il senso e l’agire. Diviene pertanto cruciale sviluppare la riflessione e la pratica educativa interculturale a partire dallo sguardo post-coloniale e della prospettiva decoloniale, nonché dalle lenti interpretative legate al concetto di intersezionalità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.