La Grand Ethiopian Renaissance Dam (GERD), costruita dall’Etiopia sul Nilo Azzurro, ha scatenato una prolungata crisi diplomatica con l’Egitto. Il Cairo teme per il proprio ap-provvigionamento idrico e non accetta il potere di regolazione sulla portata del fiume che Addis Abeba acquisirà una volta completata la diga. Le numerose analisi apparse in questi anni riguardo a questa controversia si focalizzano in prevalenza sulla sua dimensione re-gionale. Questo articolo non si occupa direttamente di tale tema ma, partendo da un’analisi comparativa tra la GERD e l’Alta Diga di Assuan, vuole mettere in luce il rapporto tra grandi infrastrutture e regimi autoritari. Ne emerge come, pur a cinquant’anni di distanza, il razionale politico, la legittimazione discorsiva e simbolica che hanno accompagnato l’ed-ificazione delle due dighe siano molto simili. Esse incarnano un mito modernista evocato per legittimare un potere autoritario e centralizzatore. Tale paradigma si è rivelato capace di servire due prospettive di sviluppo diverse: da un lato l’economia nazionalizzata e pianifica-ta di Nasser, i cui primi obiettivi erano l’autosufficienza alimentare e la crescita industriale; dall’altro lo “stato sviluppista” promosso dall’EPRDF in Etiopia, egualmente centralizzato, ma proiettato verso una piena integrazione nell’economia globale, anche attraverso la gen-erazione delle rendite derivanti dall’esportazione dell’energia.
Musso, G. (2024). Dighe e potere nella valle del Nilo. Modernità, sviluppo e autoritarismo da Assuan alla GERD. AFRICHE E ORIENTI, XXVIII(1), 122-144.
Dighe e potere nella valle del Nilo. Modernità, sviluppo e autoritarismo da Assuan alla GERD
GIORGIO MUSSO
2024-01-01
Abstract
La Grand Ethiopian Renaissance Dam (GERD), costruita dall’Etiopia sul Nilo Azzurro, ha scatenato una prolungata crisi diplomatica con l’Egitto. Il Cairo teme per il proprio ap-provvigionamento idrico e non accetta il potere di regolazione sulla portata del fiume che Addis Abeba acquisirà una volta completata la diga. Le numerose analisi apparse in questi anni riguardo a questa controversia si focalizzano in prevalenza sulla sua dimensione re-gionale. Questo articolo non si occupa direttamente di tale tema ma, partendo da un’analisi comparativa tra la GERD e l’Alta Diga di Assuan, vuole mettere in luce il rapporto tra grandi infrastrutture e regimi autoritari. Ne emerge come, pur a cinquant’anni di distanza, il razionale politico, la legittimazione discorsiva e simbolica che hanno accompagnato l’ed-ificazione delle due dighe siano molto simili. Esse incarnano un mito modernista evocato per legittimare un potere autoritario e centralizzatore. Tale paradigma si è rivelato capace di servire due prospettive di sviluppo diverse: da un lato l’economia nazionalizzata e pianifica-ta di Nasser, i cui primi obiettivi erano l’autosufficienza alimentare e la crescita industriale; dall’altro lo “stato sviluppista” promosso dall’EPRDF in Etiopia, egualmente centralizzato, ma proiettato verso una piena integrazione nell’economia globale, anche attraverso la gen-erazione delle rendite derivanti dall’esportazione dell’energia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


