L'articolo analizza alcune riflessioni dedicate a McLuhan alla trasformazione dell'Università in "piazza del mercato", sottoposta ai cambiamenti funzionali imposti dalla società di massa. Se è vero che l’Università ha preso consapevolezza in ritardo dei mutamenti sociali e culturali introdotti dall’industria culturale prima e dalla rivoluzione digitale poi, è altrettanto vero che non vi è altra istituzione formativa in grado di elaborare e proporre soluzioni culturali adeguate allo strapotere della cultura dell’immagine divulgata dai media, ridotta sovente a mera merce di consumo buona per tutte le stagioni e per tutti gli interlocutori. Questo il punto di vista di Marshall McLuhan sulla missione dell'Università, obbligata a far leva sul proprio bagaglio identitario e sul proprio prestigio istituzionale per proporsi come attore socioculturale di riferimento, in uno scenario comunicativo che non sembra offrire capisaldi cognitivi stabili e duraturi. Di qui la necessità di conservare e divulgare lo sterminato retaggio di conoscenze del passato secondo modalità formative nuove, al passo con i dettami euristici richiesti dalla società dell’informazione. Il rapporto dialettico tra innovazione e tradizione, fortemente sbilanciato a favore della prima, deve assumere un nuovo assetto funzionale, volto a contrastare quello che McLuhan definisce il «fall out dei media» in netto anticipo rispetto all’esplosione comunicativa determinatasi con l’avvento della banda larga e dei telefoni intelligenti.
Lombardinilo, A. (2013). McLuhan. L’Università e l’evoluzione del sapere. UNIVERSITAS, 128, 37-40.
McLuhan. L’Università e l’evoluzione del sapere
LOMBARDINILO, ANDREA
2013-01-01
Abstract
L'articolo analizza alcune riflessioni dedicate a McLuhan alla trasformazione dell'Università in "piazza del mercato", sottoposta ai cambiamenti funzionali imposti dalla società di massa. Se è vero che l’Università ha preso consapevolezza in ritardo dei mutamenti sociali e culturali introdotti dall’industria culturale prima e dalla rivoluzione digitale poi, è altrettanto vero che non vi è altra istituzione formativa in grado di elaborare e proporre soluzioni culturali adeguate allo strapotere della cultura dell’immagine divulgata dai media, ridotta sovente a mera merce di consumo buona per tutte le stagioni e per tutti gli interlocutori. Questo il punto di vista di Marshall McLuhan sulla missione dell'Università, obbligata a far leva sul proprio bagaglio identitario e sul proprio prestigio istituzionale per proporsi come attore socioculturale di riferimento, in uno scenario comunicativo che non sembra offrire capisaldi cognitivi stabili e duraturi. Di qui la necessità di conservare e divulgare lo sterminato retaggio di conoscenze del passato secondo modalità formative nuove, al passo con i dettami euristici richiesti dalla società dell’informazione. Il rapporto dialettico tra innovazione e tradizione, fortemente sbilanciato a favore della prima, deve assumere un nuovo assetto funzionale, volto a contrastare quello che McLuhan definisce il «fall out dei media» in netto anticipo rispetto all’esplosione comunicativa determinatasi con l’avvento della banda larga e dei telefoni intelligenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.