L'articolo analizza alcune delle novità introdotte dal dm. n. 68 del 29 marzo 2012 in tema di diritto allo studio. In tempi di crisi, e in una fase congiunturale che non lascia intravvedere prospettive imminenti di ripresa, anche il sistema universitario deve fare i conti con la costante riduzione delle risorse, in una fase in cui l’attuazione della legge Gelmini impone un piano di razionalizzazione formativa e strutturale evidentemente non più differibile. Un processo articolato e complesso, che non può prescindere dall’incentivazione del merito e della qualità dell’offerta formativa, e che allo stesso tempo vorrebbe far leva sulla responsabilità sociale degli atenei, condizione irrinunciabile per un sistema che voglia fondarsi su accreditamento, trasparenza, accountability. Si muove in questa direzione uno dei (numerosi) decreti applicativi della legge Gelmini (n. 240/2010), il n. 68 del 29 marzo 2012, che fissa nuovi parametri in materia di diritto allo studio. Il provvedimento, «in attuazione degli articoli 3 e 34 della Costituzione, detta norme finalizzate a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano l’uguaglianza dei cittadini nell’accesso all'istruzione superiore e, in particolare, a consentire ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, di raggiungere i gradi più alti degli studi.
Lombardinilo, A. (2012). Più merito, più qualità, più risorse?. UNIVERSITAS, 126, 11-14.
Più merito, più qualità, più risorse?
LOMBARDINILO, ANDREA
2012-01-01
Abstract
L'articolo analizza alcune delle novità introdotte dal dm. n. 68 del 29 marzo 2012 in tema di diritto allo studio. In tempi di crisi, e in una fase congiunturale che non lascia intravvedere prospettive imminenti di ripresa, anche il sistema universitario deve fare i conti con la costante riduzione delle risorse, in una fase in cui l’attuazione della legge Gelmini impone un piano di razionalizzazione formativa e strutturale evidentemente non più differibile. Un processo articolato e complesso, che non può prescindere dall’incentivazione del merito e della qualità dell’offerta formativa, e che allo stesso tempo vorrebbe far leva sulla responsabilità sociale degli atenei, condizione irrinunciabile per un sistema che voglia fondarsi su accreditamento, trasparenza, accountability. Si muove in questa direzione uno dei (numerosi) decreti applicativi della legge Gelmini (n. 240/2010), il n. 68 del 29 marzo 2012, che fissa nuovi parametri in materia di diritto allo studio. Il provvedimento, «in attuazione degli articoli 3 e 34 della Costituzione, detta norme finalizzate a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano l’uguaglianza dei cittadini nell’accesso all'istruzione superiore e, in particolare, a consentire ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, di raggiungere i gradi più alti degli studi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.