Il saggio analizza l'impiego della voce narrante nel film "Senso" di Luchino Visconti, per riflettere sulle modalità con cui il cinema ha raccontato cinematografico del Risorgimento italiano. In particolare, si evidenzia il carattere paradossale di questa voce femminile che, pur chiaramente attribuita alla protagonista Livia Serpieri, parla da un altrove futuro indefinito, di cui lo spettatore non sa nulla. La voce di Livia tende inoltre a recedere man a mano che il personaggio perde il controllo degli eventi narrativi e storici intorno a sé, e della propria stessa tenuta emotiva. Ciò costituisce anche una dimostrazione plastica del carattere vicario del linguaggio, nell'ambito di un'arte pluricodica come il cinema. Essenziale a questo proposito è anche il confronto con la novella di Boito da cui il film è tratto, parimenti narrata in prima persona da un soggetto femminile, che si rivela però, nel suo freddo narcisismo, marcatamente diverso, per non dire diametralmente opposto, dall'eroina melodrammatica del film. Nel complesso, le dicotomie linguaggio/sensualità, impegno/sentimento e politica/eros emergono come tensioni essenziali al racconto delle soggettività socio-storiche di Visconti, sia maschili che femminili.

Marmo, L. (2010). Variazioni di Senso. La voce narrante in Boito e Visconti. MERIDIANA, 69, 123-144.

Variazioni di Senso. La voce narrante in Boito e Visconti

Marmo L
2010-01-01

Abstract

Il saggio analizza l'impiego della voce narrante nel film "Senso" di Luchino Visconti, per riflettere sulle modalità con cui il cinema ha raccontato cinematografico del Risorgimento italiano. In particolare, si evidenzia il carattere paradossale di questa voce femminile che, pur chiaramente attribuita alla protagonista Livia Serpieri, parla da un altrove futuro indefinito, di cui lo spettatore non sa nulla. La voce di Livia tende inoltre a recedere man a mano che il personaggio perde il controllo degli eventi narrativi e storici intorno a sé, e della propria stessa tenuta emotiva. Ciò costituisce anche una dimostrazione plastica del carattere vicario del linguaggio, nell'ambito di un'arte pluricodica come il cinema. Essenziale a questo proposito è anche il confronto con la novella di Boito da cui il film è tratto, parimenti narrata in prima persona da un soggetto femminile, che si rivela però, nel suo freddo narcisismo, marcatamente diverso, per non dire diametralmente opposto, dall'eroina melodrammatica del film. Nel complesso, le dicotomie linguaggio/sensualità, impegno/sentimento e politica/eros emergono come tensioni essenziali al racconto delle soggettività socio-storiche di Visconti, sia maschili che femminili.
2010
Marmo, L. (2010). Variazioni di Senso. La voce narrante in Boito e Visconti. MERIDIANA, 69, 123-144.
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