In Italia, la Legge 1° dicembre 2023, n. 172 vieta, tra l’altro, la produzione e l’immissione sul mercato italiano di alimenti prodotti a partire da colture cellulari e l’utilizzo della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali. Dopo aver esaminato l’iter di approvazione della legge e il possibile conflitto con il diritto dell’Unione europea, l’autore critica la scelta legislativa di avere introdotto un divieto di carattere assoluto. Il principio di precauzione non può essere una valida causa di giustificazione, perché dovrebbe essere richiamato entro i limiti di temporaneità, proporzionalità e ragionevolezza che non sono riscontrabili nella previsione di un divieto durevole e troppo generico. Per tutelare la produzione di carne degli allevamenti convenzionali non servono divieti, ma l’approvazione di regole tecniche precise. Per l’autore, gli alimenti a base di cellule coltivate, anche se di origine animale, non possono essere equiparati dal punto di vista giuridico alla carne. Piuttosto, la carne ottenuta da coltivazione cellulare, per semplicità chiamata, nel presente contributo, carne a base cellulare (dall’inglese cell based meat) è un prodotto alternativo, che deve essere individuato mediante una distinta e specifica denominazione legale.
Spoto, G. (2025). Il principio di precauzione e la corretta qualificazione degli alimenti a base di cellule coltivate in laboratorio. RIVISTA DI DIRITTO DELL'ECONOMIA, DEI TRASPORTI E DELL'AMBIENTE, XXIII(2), 29-49.
Il principio di precauzione e la corretta qualificazione degli alimenti a base di cellule coltivate in laboratorio
Spoto G.
2025-01-01
Abstract
In Italia, la Legge 1° dicembre 2023, n. 172 vieta, tra l’altro, la produzione e l’immissione sul mercato italiano di alimenti prodotti a partire da colture cellulari e l’utilizzo della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali. Dopo aver esaminato l’iter di approvazione della legge e il possibile conflitto con il diritto dell’Unione europea, l’autore critica la scelta legislativa di avere introdotto un divieto di carattere assoluto. Il principio di precauzione non può essere una valida causa di giustificazione, perché dovrebbe essere richiamato entro i limiti di temporaneità, proporzionalità e ragionevolezza che non sono riscontrabili nella previsione di un divieto durevole e troppo generico. Per tutelare la produzione di carne degli allevamenti convenzionali non servono divieti, ma l’approvazione di regole tecniche precise. Per l’autore, gli alimenti a base di cellule coltivate, anche se di origine animale, non possono essere equiparati dal punto di vista giuridico alla carne. Piuttosto, la carne ottenuta da coltivazione cellulare, per semplicità chiamata, nel presente contributo, carne a base cellulare (dall’inglese cell based meat) è un prodotto alternativo, che deve essere individuato mediante una distinta e specifica denominazione legale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.