Modelli Organizzativi 231 e Lieferkettengesetz: “convergenze parallele” in attesa della CS3D

La recente “Legge tedesca sugli obblighi di adeguata verifica della filiera”, c.d. LkSG, dispone che le imprese tedesche rientranti nel suo ambito di applicazione siano tenute ad assicurare il rispetto dei diritti umani e l’implementazione di misure di tutela ambientale nell’ambito della propria attività aziendale e lungo la catena di approvvigionamento, includendo i fornitori diretti e quelli indiretti, operanti in ambito nazionale e internazionale. Ciò comporta che anche i fornitori italiani, ancorché non direttamente soggetti al LkSG, saranno inevitabilmente interessati dai suoi effetti in modo indiretto, essendo sottoposti ai controlli che le imprese tedesche sono obbligate a porre in essere per garantire la conformità normativa. In tale contesto, tuttavia, gli obblighi imposti alle imprese tedesche dal LkSG possono essere interpretati come un’opportunità per le imprese italiane. Queste ultime, infatti, possono agevolmente armonizzare i requisiti del LkSG con le disposizioni delineate dal d.lgs. n. 231/2001: una vera e propria ipotesi di “convergenza parallela” in ambito giuridico. Le imprese italiane già dotate di un Modello Organizzativo 231 possono procedere a un adattamento relativamente contenuto dello stesso, per conformarsi alle esigenze richieste dal LkSG. È, inoltre, prevedibile che l’allineamento al LkSG richiesto ai Modelli Organizzativi 231 dei fornitori italiani, potrebbe ben presto richiedere un nuovo e più ampio adeguamento a quelle che sono le prescrizioni della Direttiva CS3D, per cui sarà necessario valutare e tenere conto del possibile diverso recepimento della Direttiva CS3D all’interno dell’ordinamento tedesco, il quale potrebbe verosimilmente volersi fregiare dell’esperienza maturata alla luce del LkSG.

The “German Supply Chain Due Diligence Law,” commonly referred to as LkSG, establishes that, starting from January 1, 2024, German companies falling within its scope of application are required to ensure that their own corporate operations as well as their direct and indirect suppliers, whether domestic or international, comply with human rights and a series of environmental protection measures. This means that Italian suppliers will also be affected by the LkSG, as they will be subject to the scrutiny imposed on German-based companies under the LkSG. In this respect, the obligations imposed on German companies by the LkSG can nevertheless be seen as an opportunity for Italian suppliers, as they can be aligned with the obligations already incumbent upon them under the provisions of Legislative Decree No. 231/01: this may result in a “parallel convergence” in law. Italian companies with an existing 231 CMS can make relatively cost-effective adjustments to align with the requirements imposed on German companies under the LkSG. Furthermore, it is foreseeable that the alignment of Italian suppliers’ 231 CMSs with the LkSG may soon require further and broader adaptation to the provisions of the CS3D Directive. This will require an evaluation of and consideration for the potentially differing implementation of the CS3D Directive within the German legal framework, which is likely to benefit from the experience gained under the LkSG.