The research identifies the effects that the spread of art and antiquities collecting would have produced on certain arrangements of the city and the aristocratic residence in Rome in the modern age. A first global view of the phenomenon considers the sector enclosed by the Aurelian walls and some close areas outside that perimeter, related to the overall urban development. Then the focus shifts to the Ludovisi's collection of ancient sculpture and its related display contexts, from the baroque villa to present-day locations. After an introduction that clarifies disciplinary approaches, assumptions and purposes in relation to the current state of the art, the first section frames the phenomenon between the fifteenth and eighteenth centuries. In this broad time span it is possible to grasp the enduring features and major innovations in the relationship between architecture and exhibition functions, prior to the emergence of the museum as a public institution. Based on a focused survey of the literature, this overview briefly focuses on two aspects: the incidence of collecting practice on urban development and the typological characteristics of the residential spaces mostly involved in its exercise. The second part focuses on an example of particular relevance: the Ludovisi collection in the villa at Porta Pinciana. Starting from the previous scientific production on the subject and from published and unpublished archival sources, its architectural physiognomies and sculptural arrangements from the years of its formation (1622-33) onward are reconstructed. Following the analysis of the current arrangement of the Ludovisi marbles in Palazzo Altemps – originally the site of another sixteenth-century collection and now one of the seats of the Museo Nazionale Romano – the outcomes of the research pertain to the twofold dimension, real and virtual, of ‘museality’ in the present. On the first side, the effectiveness of certain philological orientations in the restoration and setting up of architectural and landscape contexts related to the exercise of art and antiquarian collecting is demonstrated. On the side of digital culture, content, methods and tools for the purposes of documentation, management and learned communication of heritage in its multiple values and meanings are presented. Part of the potential usability of the research products has already been tested in the development of the inter-university projects (DArc UniRoma3, DigiLab-Sapienza) MirrorLab and INT4CT and in the broader context of the Dynamic Atlas of Rome and its metropolitan area (DArc-UniRoma3).

La ricerca individua gli effetti che la diffusione del collezionismo di arte e antichità avrebbe prodotto su alcuni assetti della città e della residenza nobiliare a Roma, in età moderna. Si considerano, in una prima visione globale del fenomeno, il settore racchiuso dalle mura aureliane e alcuni ambiti di prossimità esterni a quel perimetro ma strettamente relazionati allo sviluppo urbano nel suo complesso, per poi concentrarsi sulla raccolta di sculture antiche dei Ludovisi e sui relativi contesti espositivi, dalla Villa Pinciana alle sedi odierne. Dopo una premessa che chiarisce ambiti disciplinari, presupposti e obiettivi rispetto all’attuale stato dell’arte, la prima sezione inquadra il fenomeno in un ampio arco temporale – tra il Quattro e il Settecento – entro il quale è possibile cogliere i caratteri durevoli e le principali innovazioni nel rapporto tra architettura e funzioni espositive, prima della nascita del museo come istituzione pubblica. Basandosi su una ricognizione mirata della letteratura, questa panoramica – senza soffermarsi su singoli casi – mette a fuoco sinteticamente due aspetti: l’incidenza della pratica collezionistica sull’immagine e sull’evoluzione urbana e le caratteristiche tipologiche degli ambienti domestici da essa più condizionati. La seconda parte si concentra su un esempio emblematico di particolare rilevanza, ossia la raccolta Ludovisi nella villa a Porta Pinciana della quale si ricostruisce integralmente la storia della mobilità spaziale. Difatti, a partire dalla pregressa produzione scientifica in argomento e da fonti archivistiche edite e inedite, si tenta di ricomporne fisionomie architettoniche e allestimenti scultorei dagli anni della formazione (1622-33) a oggi, ponendoli anche in relazione con analoghi contesti significativi. In conclusione, dopo aver analizzato la sistemazione attuale dei marmi Ludovisi in Palazzo Altemps – sede in origine dell’omonima raccolta cinquecentesca e oggi del Museo Nazionale Romano –, si esplicitano gli esiti operativi della ricerca che attengono alla duplice dimensione, reale e virtuale, della ‘musealità’ nel presente. Sul primo versante, si dimostrano l’efficacia e l’attualità di alcuni orientamenti filologici nel progetto di restauro, allestimento e valorizzazione di contesti architettonici e paesaggistici legati all’esercizio del collezionismo artistico e antiquario, sottolineandone pure le potenzialità non ancora pienamente sperimentate. Per ciò che concerne la cultura digitale, si presentano contenuti, metodi e strumenti ritenuti particolarmente utili alla documentazione, alla gestione e alla comunicazione colta del patrimonio, nei suoi plurimi valori e significati. Sotto questo profilo, parte della potenziale spendibilità del lavoro svolto è stata già sperimentata in occasione dello sviluppo dei progetti interateneo (DArc-UniRoma3, DigiLab-Sapienza) MirrorLab e INT4CT e nel più ampio contesto dell’Atlante Dinamico di Roma e della sua area metropolitana (DArc-UniRoma3).

Lacolla, V.M. (2025). «Là vi saranno mostrate cortesemente, cose infinite e tutte rare». Spazi ed espressioni architettoniche del collezionismo di antichità a Roma tra Rinascimento e Barocco: il caso Ludovisi.

«Là vi saranno mostrate cortesemente, cose infinite e tutte rare». Spazi ed espressioni architettoniche del collezionismo di antichità a Roma tra Rinascimento e Barocco: il caso Ludovisi

Vincenzo Maria Lacolla
2025-10-13

Abstract

The research identifies the effects that the spread of art and antiquities collecting would have produced on certain arrangements of the city and the aristocratic residence in Rome in the modern age. A first global view of the phenomenon considers the sector enclosed by the Aurelian walls and some close areas outside that perimeter, related to the overall urban development. Then the focus shifts to the Ludovisi's collection of ancient sculpture and its related display contexts, from the baroque villa to present-day locations. After an introduction that clarifies disciplinary approaches, assumptions and purposes in relation to the current state of the art, the first section frames the phenomenon between the fifteenth and eighteenth centuries. In this broad time span it is possible to grasp the enduring features and major innovations in the relationship between architecture and exhibition functions, prior to the emergence of the museum as a public institution. Based on a focused survey of the literature, this overview briefly focuses on two aspects: the incidence of collecting practice on urban development and the typological characteristics of the residential spaces mostly involved in its exercise. The second part focuses on an example of particular relevance: the Ludovisi collection in the villa at Porta Pinciana. Starting from the previous scientific production on the subject and from published and unpublished archival sources, its architectural physiognomies and sculptural arrangements from the years of its formation (1622-33) onward are reconstructed. Following the analysis of the current arrangement of the Ludovisi marbles in Palazzo Altemps – originally the site of another sixteenth-century collection and now one of the seats of the Museo Nazionale Romano – the outcomes of the research pertain to the twofold dimension, real and virtual, of ‘museality’ in the present. On the first side, the effectiveness of certain philological orientations in the restoration and setting up of architectural and landscape contexts related to the exercise of art and antiquarian collecting is demonstrated. On the side of digital culture, content, methods and tools for the purposes of documentation, management and learned communication of heritage in its multiple values and meanings are presented. Part of the potential usability of the research products has already been tested in the development of the inter-university projects (DArc UniRoma3, DigiLab-Sapienza) MirrorLab and INT4CT and in the broader context of the Dynamic Atlas of Rome and its metropolitan area (DArc-UniRoma3).
13-ott-2025
37
ARCHITETTURA: INNOVAZIONE E PATRIMONIO
La ricerca individua gli effetti che la diffusione del collezionismo di arte e antichità avrebbe prodotto su alcuni assetti della città e della residenza nobiliare a Roma, in età moderna. Si considerano, in una prima visione globale del fenomeno, il settore racchiuso dalle mura aureliane e alcuni ambiti di prossimità esterni a quel perimetro ma strettamente relazionati allo sviluppo urbano nel suo complesso, per poi concentrarsi sulla raccolta di sculture antiche dei Ludovisi e sui relativi contesti espositivi, dalla Villa Pinciana alle sedi odierne. Dopo una premessa che chiarisce ambiti disciplinari, presupposti e obiettivi rispetto all’attuale stato dell’arte, la prima sezione inquadra il fenomeno in un ampio arco temporale – tra il Quattro e il Settecento – entro il quale è possibile cogliere i caratteri durevoli e le principali innovazioni nel rapporto tra architettura e funzioni espositive, prima della nascita del museo come istituzione pubblica. Basandosi su una ricognizione mirata della letteratura, questa panoramica – senza soffermarsi su singoli casi – mette a fuoco sinteticamente due aspetti: l’incidenza della pratica collezionistica sull’immagine e sull’evoluzione urbana e le caratteristiche tipologiche degli ambienti domestici da essa più condizionati. La seconda parte si concentra su un esempio emblematico di particolare rilevanza, ossia la raccolta Ludovisi nella villa a Porta Pinciana della quale si ricostruisce integralmente la storia della mobilità spaziale. Difatti, a partire dalla pregressa produzione scientifica in argomento e da fonti archivistiche edite e inedite, si tenta di ricomporne fisionomie architettoniche e allestimenti scultorei dagli anni della formazione (1622-33) a oggi, ponendoli anche in relazione con analoghi contesti significativi. In conclusione, dopo aver analizzato la sistemazione attuale dei marmi Ludovisi in Palazzo Altemps – sede in origine dell’omonima raccolta cinquecentesca e oggi del Museo Nazionale Romano –, si esplicitano gli esiti operativi della ricerca che attengono alla duplice dimensione, reale e virtuale, della ‘musealità’ nel presente. Sul primo versante, si dimostrano l’efficacia e l’attualità di alcuni orientamenti filologici nel progetto di restauro, allestimento e valorizzazione di contesti architettonici e paesaggistici legati all’esercizio del collezionismo artistico e antiquario, sottolineandone pure le potenzialità non ancora pienamente sperimentate. Per ciò che concerne la cultura digitale, si presentano contenuti, metodi e strumenti ritenuti particolarmente utili alla documentazione, alla gestione e alla comunicazione colta del patrimonio, nei suoi plurimi valori e significati. Sotto questo profilo, parte della potenziale spendibilità del lavoro svolto è stata già sperimentata in occasione dello sviluppo dei progetti interateneo (DArc-UniRoma3, DigiLab-Sapienza) MirrorLab e INT4CT e nel più ampio contesto dell’Atlante Dinamico di Roma e della sua area metropolitana (DArc-UniRoma3).
historic urban landscape, museology, display of ancient statuary, Villa Ludovisi, Museo Nazionale Romano
paesaggio storico-urbano, museologia, logiche espositive della statuaria antica, Villa Ludovisi, Museo Nazionale Romano
PUGLIANO, Antonio
ORTOLANI, GIORGIO
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/520758
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