We are All in the Picture. Opacity and Hyper-Transparency in Contemporary Visual Flow

In this article, Elio Ugenti points out that, over the years, an opposition has emerged between a regime of transparency (marked by the invisibility of the device) and a regime of opacity (with the generation of a “reflexive doubling” in the image that reveals the representational mechanism). It is claimed that in the contemporary visual flow—especially on social media—we are constantly faced with images that draw attention to themselves and exhibit the enunciative traces of their production, devoid of their metareflective function, revealing not an opacity but a hyper-transparency. The images that circulate on social networks do not aim to stimulate the viewer’s immersive involvement in a story but exercise what the author calls a “convening power”—a phenomenon of shortening distances and generating a proximity effect between the creator of the image and the viewer. The images produced are not (only) visual objects to look at but interactive objects useful to broaden the creators’ communities into specific media environments.

In questo articolo, Elio Ugenti osserva che, nel corso degli anni, si è delineata un’opposizione tra un regime di trasparenza (caratterizzato dall’invisibilità del dispositivo) e un regime di opacità (in cui si genera un “raddoppiamento riflessivo” dell’immagine che rivela il meccanismo rappresentativo). Si sostiene che, nel flusso visivo contemporaneo — in particolare sui social media — ci troviamo costantemente di fronte a immagini che attirano l’attenzione su se stesse ed espongono le tracce enunciative della loro produzione, ma prive di una funzione metariflessiva: esse rivelano non un’opacità, bensì una iper-trasparenza. Le immagini che circolano sui social network non mirano a stimolare il coinvolgimento immersivo dello spettatore in una narrazione, ma esercitano quella che l’autore definisce una “forza di convocazione” — un fenomeno di accorciamento delle distanze e di generazione di un effetto di prossimità tra chi crea l’immagine e chi la osserva. Le immagini prodotte non sono (solo) oggetti visivi da guardare, ma oggetti interattivi, utili ad ampliare le comunità dei creatori all’interno di specifici ambienti mediali.