Milano 1931. Lo scrittore Ettore Cozzani, convinto interventista durante il primo conflitto mondiale, entusiasta sostenitore del fascismo, recensisce sulla sua rivista «L’Eroica» le “danze del cielo” dell’americana Anieka Leggett. Sono danze a tema religioso in cui Leggett, che con un altro nome aveva avuto una carriera professionistica sui palcoscenici parigini, traduceva in termini coreografici la sua esperienza spirituale, la trasfigurazione che aveva vissuto negli anni del passaggio dalla Francia all’Italia. Stabilitasi a Firenze, aveva animato le attività artistiche e i salotti filosofici di Villa Star, la sua grande casa dedicata all’Ordine della Stella d’Oriente, l’organizzazione che promuoveva le attività del giovane profeta Jiddu Krishnamurti di cui era una devota. Nell’antica cappella della villa progetta un ciclo (lasciato incompiuto) di affreschi che la raffigurano nelle sue danze mistiche per la firma di Giovanni Costetti, i cui disegni preparatori costituiscono uno dei più interessanti repertori visivi sulla danza in Italia. Antifascista, Costetti sceglierà un esilio volontario mentre Anieka, sposata all’anglista perseguitato dal regime Guido Ferrando, farà con lui ritorno in America, dove parteciperà attivamente a una organizzazione di sostegno agli intellettuali in fuga dall’Italia. L’intreccio tra religione, danza e politica tesse la trama dell’avventura umana e artistica di questa danzatrice dimenticata, che ha lasciato dietro di sé documenti molto diversi tra loro, oggetto qui di una prima ricognizione.
Marenzi, S. (2025). Anieka Leggett: una americana a Firenze tra danza, teosofia e antifascismo. TEATRO E STORIA, 46, 303-316.
Anieka Leggett: una americana a Firenze tra danza, teosofia e antifascismo
samantha marenzi
2025-01-01
Abstract
Milano 1931. Lo scrittore Ettore Cozzani, convinto interventista durante il primo conflitto mondiale, entusiasta sostenitore del fascismo, recensisce sulla sua rivista «L’Eroica» le “danze del cielo” dell’americana Anieka Leggett. Sono danze a tema religioso in cui Leggett, che con un altro nome aveva avuto una carriera professionistica sui palcoscenici parigini, traduceva in termini coreografici la sua esperienza spirituale, la trasfigurazione che aveva vissuto negli anni del passaggio dalla Francia all’Italia. Stabilitasi a Firenze, aveva animato le attività artistiche e i salotti filosofici di Villa Star, la sua grande casa dedicata all’Ordine della Stella d’Oriente, l’organizzazione che promuoveva le attività del giovane profeta Jiddu Krishnamurti di cui era una devota. Nell’antica cappella della villa progetta un ciclo (lasciato incompiuto) di affreschi che la raffigurano nelle sue danze mistiche per la firma di Giovanni Costetti, i cui disegni preparatori costituiscono uno dei più interessanti repertori visivi sulla danza in Italia. Antifascista, Costetti sceglierà un esilio volontario mentre Anieka, sposata all’anglista perseguitato dal regime Guido Ferrando, farà con lui ritorno in America, dove parteciperà attivamente a una organizzazione di sostegno agli intellettuali in fuga dall’Italia. L’intreccio tra religione, danza e politica tesse la trama dell’avventura umana e artistica di questa danzatrice dimenticata, che ha lasciato dietro di sé documenti molto diversi tra loro, oggetto qui di una prima ricognizione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


