Nel 1931, in occasione della Primavera Fiorentina, nella città toscana vengono organizzate le Olimpiadi della Grazia, una iniziativa dedicata agli sport femminili che ospita, dopo le competizioni, la presentazione dei metodi e degli esiti artistici di una serie di scuole di arte coreutica. Si tratta dell’unico grande evento che il fascismo dedica alla danza. La stampa ne rende conto: quella italiana lamentando l’assenza del balletto e della tradizione nazionale, quella straniera sottolineando la natura turistica dell’evento ed evidenziando l’assenza di protagoniste locali. A dispetto dei vari progetti pedagogici che si registrano tra la fine degli anni Venti e l’inizio dei Trenta, la rappresentanza italiana è in effetti minoritaria e affidata a danzatrici o di origini straniere oppure formatesi all’estero, particolarmente in Germania. Il ritratto che emerge da questo evento e dalla sua narrazione rivela alcuni aspetti peculiari della danza italiana del ventennio, della sua subordinazione allo sport prima, come dimostrano le Olimpiadi (che a dispetto dei progetti iniziali resteranno un fenomeno isolato), e allo spettacolo musicale poi, come si vedrà col Maggio che dal 1933 prenderà il posto della Primavera Fiorentina.
Marenzi, S. (2025). Le Olimpiadi della grazia nella primavera fiorentina del 1931. TEATRO E STORIA, 46, 317-329.
Le Olimpiadi della grazia nella primavera fiorentina del 1931
samantha marenzi
2025-01-01
Abstract
Nel 1931, in occasione della Primavera Fiorentina, nella città toscana vengono organizzate le Olimpiadi della Grazia, una iniziativa dedicata agli sport femminili che ospita, dopo le competizioni, la presentazione dei metodi e degli esiti artistici di una serie di scuole di arte coreutica. Si tratta dell’unico grande evento che il fascismo dedica alla danza. La stampa ne rende conto: quella italiana lamentando l’assenza del balletto e della tradizione nazionale, quella straniera sottolineando la natura turistica dell’evento ed evidenziando l’assenza di protagoniste locali. A dispetto dei vari progetti pedagogici che si registrano tra la fine degli anni Venti e l’inizio dei Trenta, la rappresentanza italiana è in effetti minoritaria e affidata a danzatrici o di origini straniere oppure formatesi all’estero, particolarmente in Germania. Il ritratto che emerge da questo evento e dalla sua narrazione rivela alcuni aspetti peculiari della danza italiana del ventennio, della sua subordinazione allo sport prima, come dimostrano le Olimpiadi (che a dispetto dei progetti iniziali resteranno un fenomeno isolato), e allo spettacolo musicale poi, come si vedrà col Maggio che dal 1933 prenderà il posto della Primavera Fiorentina.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


