L’uso dell’energia geotermica a bassa entalpia per la climatizzazione degli edifici è una pratica non nuova nel mondo, ma in Italia sta avendo uno sviluppo notevole prevalentemente negli ultimi anni. Sempre più frequentemente, infatti, le nuove opere di ingegneria tendono ad essere costruite con secondo tecniche che favoriscono il risparmio energetico e l’uso di questa tecnologia, in un Paese in cui spesso il gradiente geotermico risulta fortemente anomalo, può produrre interessanti benefici (Tinti, 2008). Lo sfruttamento di questa risorsa, però, non può prescindere da una caratterizzazione dettagliata del sottosuolo dal punto di vista geologico e idrogeologico; infatti pur essendo la “geotermia sensu stricto” una branca della vulcanologia, nel caso della geotermia a bassa entalpia gli assetti geologici superficiali e soprattutto le circolazioni idriche sotterranee giocano localmente un ruolo più diretto nel trasporto del calore che non lo studio e la caratterizzazione della sorgente del calore stessa. L’importanza del monitoraggio dei parametri idrogeologici in aree di sfruttamento della risorsa a bassa entalpia, quindi, ricopre due ruoli fondamentali; il primo è relativo allo studio delle potenzialità termiche degli acquiferi e alle relative variazioni stagionali delle condizioni fisiche, il secondo riguarda lo studio delle modificazioni fisiche e chimiche che gli impianti in esercizio, sia a circuito chiuso che aperto provocano sul sistema naturale. Vengono di seguito presentati due casi di studio ubicati nella Città di Roma: il primo è relativo ad un settore delle alluvioni recenti della Valle del Tevere, il secondo riguarda un settore delle “paleo-alluvioni” della formazione del F.so della Crescenza
Mazza, R., DI SALVO, C., LA VIGNA, F., Teoli, P., Dimasi, M., Capelli, G., et al. (2013). Caratteristiche degli acquiferi per l’utilizzo delle risorse geotermiche a bassa entalpia: il caso della Città di Roma. In Acqua ed Energia (pp.191-201). ROMA : Accademia Nazionale dei Lincei.
Caratteristiche degli acquiferi per l’utilizzo delle risorse geotermiche a bassa entalpia: il caso della Città di Roma
MAZZA, Roberto;
2013-01-01
Abstract
L’uso dell’energia geotermica a bassa entalpia per la climatizzazione degli edifici è una pratica non nuova nel mondo, ma in Italia sta avendo uno sviluppo notevole prevalentemente negli ultimi anni. Sempre più frequentemente, infatti, le nuove opere di ingegneria tendono ad essere costruite con secondo tecniche che favoriscono il risparmio energetico e l’uso di questa tecnologia, in un Paese in cui spesso il gradiente geotermico risulta fortemente anomalo, può produrre interessanti benefici (Tinti, 2008). Lo sfruttamento di questa risorsa, però, non può prescindere da una caratterizzazione dettagliata del sottosuolo dal punto di vista geologico e idrogeologico; infatti pur essendo la “geotermia sensu stricto” una branca della vulcanologia, nel caso della geotermia a bassa entalpia gli assetti geologici superficiali e soprattutto le circolazioni idriche sotterranee giocano localmente un ruolo più diretto nel trasporto del calore che non lo studio e la caratterizzazione della sorgente del calore stessa. L’importanza del monitoraggio dei parametri idrogeologici in aree di sfruttamento della risorsa a bassa entalpia, quindi, ricopre due ruoli fondamentali; il primo è relativo allo studio delle potenzialità termiche degli acquiferi e alle relative variazioni stagionali delle condizioni fisiche, il secondo riguarda lo studio delle modificazioni fisiche e chimiche che gli impianti in esercizio, sia a circuito chiuso che aperto provocano sul sistema naturale. Vengono di seguito presentati due casi di studio ubicati nella Città di Roma: il primo è relativo ad un settore delle alluvioni recenti della Valle del Tevere, il secondo riguarda un settore delle “paleo-alluvioni” della formazione del F.so della CrescenzaI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.