L’obiettivo di questa comunicazione, come indica il titolo, è quello di riflettere su un aspetto che riguarda la vita di Francisco de Miranda fuori dall’America: quarant’anni di un viaggio infinito o di un esilio senza fine? Francisco de Miranda è stato un “precursore” per gli Americani del sud, “Peruviano” per i parigini, “traditore” per gli Spagnoli. Oltre che “viaggiatore”, “prigioniero”, “scrittore” e “pensatore”. Tutto si è detto di Francisco de Miranda, e molto di più, durante la sua vita votata interamente alla speranza di vedere concretizzato il suo sogno di una “Colombia” unita e indipendente. Noi vogliamo riflettere sul fatto che Miranda sia stato o meno un esiliato, o “desterrado”, tenendo in considerazione che i termini possano avere delle accezioni diVerenti. Per questo crediamo non scontato iscrivere la parabola mirandina in un percorso non a senso unico. Il destino di alcuni esiliati può essere un destino di gloria, trionfi, persino di ricchezza, e forse ancheMiranda, in un certo senso fu così, grazie a benefattori e ammiratori che egli raccolse sparsi in tutto il mondo; per altri, tutto al contrario. Per “l’uomo” Miranda, l’esilio, la sua lunga peregrinazione fuori dalla sua città d’origine, Caracas, lontano dall’America del Sud, assumono un significato incentrato sulla sofferenza, la solitudine, la povertà, l’angoscia, l’ansia e le persecuzioni. “Esilio”, “destierro”, “migrazioni”, sono queste le parole chiave di questo Convegno1; riteniamo opportuno, necessario, verificare se e come la vicenda di Miranda sia iscrivibile in questa prospettiva.

MESSINA FAJARDO, L. (2014). IL VIAGGIO INFINITO DI FRANCISCO DI MIRANDA: UN ESILIO INCONFESSATO. In Esilio, destirro, migrazioni (pp.183-196). Roma : ARACNE.

IL VIAGGIO INFINITO DI FRANCISCO DI MIRANDA: UN ESILIO INCONFESSATO

MESSINA FAJARDO, LUISA
2014-01-01

Abstract

L’obiettivo di questa comunicazione, come indica il titolo, è quello di riflettere su un aspetto che riguarda la vita di Francisco de Miranda fuori dall’America: quarant’anni di un viaggio infinito o di un esilio senza fine? Francisco de Miranda è stato un “precursore” per gli Americani del sud, “Peruviano” per i parigini, “traditore” per gli Spagnoli. Oltre che “viaggiatore”, “prigioniero”, “scrittore” e “pensatore”. Tutto si è detto di Francisco de Miranda, e molto di più, durante la sua vita votata interamente alla speranza di vedere concretizzato il suo sogno di una “Colombia” unita e indipendente. Noi vogliamo riflettere sul fatto che Miranda sia stato o meno un esiliato, o “desterrado”, tenendo in considerazione che i termini possano avere delle accezioni diVerenti. Per questo crediamo non scontato iscrivere la parabola mirandina in un percorso non a senso unico. Il destino di alcuni esiliati può essere un destino di gloria, trionfi, persino di ricchezza, e forse ancheMiranda, in un certo senso fu così, grazie a benefattori e ammiratori che egli raccolse sparsi in tutto il mondo; per altri, tutto al contrario. Per “l’uomo” Miranda, l’esilio, la sua lunga peregrinazione fuori dalla sua città d’origine, Caracas, lontano dall’America del Sud, assumono un significato incentrato sulla sofferenza, la solitudine, la povertà, l’angoscia, l’ansia e le persecuzioni. “Esilio”, “destierro”, “migrazioni”, sono queste le parole chiave di questo Convegno1; riteniamo opportuno, necessario, verificare se e come la vicenda di Miranda sia iscrivibile in questa prospettiva.
2014
9788854870017
MESSINA FAJARDO, L. (2014). IL VIAGGIO INFINITO DI FRANCISCO DI MIRANDA: UN ESILIO INCONFESSATO. In Esilio, destirro, migrazioni (pp.183-196). Roma : ARACNE.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/161197
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