Leptis Magna rappresenta un osservatorio di eccellenza per mettere a fuoco i processi e i percorsi di integrazione di un’importante civitas peregrina, all’interno della provincia dell’Africa Proconsularis, nella compagine – amministrativa e giuridica, ma soprattutto culturale – dell’impero. La regolarizzazione dell’impianto urbanistico dell’insediamento punico, collegata all’estensione del tessuto urbano in direzione della grande arteria litoranea, lo sviluppo della viabilità più interna, funzionale al controllo del territorio e della sua produttività, la monumentalizzazione del centro cittadino, in coincidenza con un incremento demografico e con la maggiore diversificazione delle funzioni che la città si trovò ad assolvere, l’allestimento di una impressionante panoplia monumentale a partire dal periodo augusteo-tiberiano, il nuovo equilibrio che si viene a creare tra i culti locali e quelli di importazione, i luoghi e le forme in cui si manifesta la devozione verso il princeps e la sua famiglia, che contrassegna la topografia urbana del sacro e ha il punto focale nel tempio dinastico edificato nel Foro Vecchio, rappresentano gli argomenti sui quali la ricerca viene impostata. In questo contesto il tempio al quale si affiancherà quello dedicato a Roma e Augusto, tradizionalmente assegnato al culto di Shadrapa/Liber Pater, viene restituito al culto della triade capitolina. Quantunque la concorrenza tra culto capitolino e culto dinastico costituisca un dato inconfutabile, la generalizzata tendenza a prospettare una cancellazione del Capitolium dagli assetti urbanistici augustei e giulio-claudi merita di essere ripensata sulla base degli oggettivi elementi che il caso di Leptis Magna fornisce.
Musso, L. (2010). LEPTIS MAGNA unter Augustus und Tiberius: Romanisierung und Umgestaltung einer punischen Stadt.. In Imperium-Varus und seine Zeit (pp.115-133). Münster : Aschendorff Verlag.
LEPTIS MAGNA unter Augustus und Tiberius: Romanisierung und Umgestaltung einer punischen Stadt.
MUSSO, Luisa
2010-01-01
Abstract
Leptis Magna rappresenta un osservatorio di eccellenza per mettere a fuoco i processi e i percorsi di integrazione di un’importante civitas peregrina, all’interno della provincia dell’Africa Proconsularis, nella compagine – amministrativa e giuridica, ma soprattutto culturale – dell’impero. La regolarizzazione dell’impianto urbanistico dell’insediamento punico, collegata all’estensione del tessuto urbano in direzione della grande arteria litoranea, lo sviluppo della viabilità più interna, funzionale al controllo del territorio e della sua produttività, la monumentalizzazione del centro cittadino, in coincidenza con un incremento demografico e con la maggiore diversificazione delle funzioni che la città si trovò ad assolvere, l’allestimento di una impressionante panoplia monumentale a partire dal periodo augusteo-tiberiano, il nuovo equilibrio che si viene a creare tra i culti locali e quelli di importazione, i luoghi e le forme in cui si manifesta la devozione verso il princeps e la sua famiglia, che contrassegna la topografia urbana del sacro e ha il punto focale nel tempio dinastico edificato nel Foro Vecchio, rappresentano gli argomenti sui quali la ricerca viene impostata. In questo contesto il tempio al quale si affiancherà quello dedicato a Roma e Augusto, tradizionalmente assegnato al culto di Shadrapa/Liber Pater, viene restituito al culto della triade capitolina. Quantunque la concorrenza tra culto capitolino e culto dinastico costituisca un dato inconfutabile, la generalizzata tendenza a prospettare una cancellazione del Capitolium dagli assetti urbanistici augustei e giulio-claudi merita di essere ripensata sulla base degli oggettivi elementi che il caso di Leptis Magna fornisce.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.