Considerare il disegno come possibilità effettiva di un confronto continuo tra architettura concepita e reali possibilità costruttive è alla base di un corretto processo progettuale e la storia dell’architettura e della rappresentazione ne forniscono esempi numerosi e complessi. Alla fine dell’Ottocento, il disegno di progetto acquista una propria individualità, attraverso la ricerca di codificazione, per la comunicazione dell’opera architettonica. Gli elaborati di progetto, raggiungono una sintesi grafica che esprime contemporaneamente intenzioni di progetto, logiche costruttive e metodi di esecuzione, con opportuni richiami a seconda dei destinatari del processo edilizio. Oggi, nel momento di una prepotente irruzione dell’immateriale e del virtuale dentro la realtà del mestiere dell’architetto il disegno d’architettura, se in un primo momento ha perso le sue connotazioni perché sottomesso a quanto il “mercato del digitale” offriva, tra astrazione (luogo di speculazioni intellettuali) e previsione della fattibilità con prevalenza dell’aspetto tecnico, sembra essere il luogo di sperimentazione sui suoi sviluppi in relazione a due ambiti specifici: alla trasformazione degli strumenti della rappresentazione e delle tecniche grafiche e all’evoluzione delle tecniche costruttive e conseguentemente delle fasi del processo edilizio. Tale considerazione porta a “rintracciare” dei nessi tra le trasformazioni del disegno di progetto dall’arte di costruire 800esco (considerando tutta la produzione della trattatistica e manualistica) e le possibilità di rappresentazione/gestione del progetto contemporaneo con l’uso di software CAAD specifici (dai Caad di base ai BIM). Il tema proposto, fa parte di una ricerca appena finanziata dal DipSA, presso l’Università di Roma Tre dal titolo Trasformazione del disegno di progetto dai manuali dell’Ottocento agli attuali softwares CAAD.
Farroni, L. (2011). Evoluzione del disegno di progetto: dall’unitarietà dell’arte di costruire dell’Ottocento alle esperienze contemporanee. In Abitare il futuro. Il disegno delle trasformazioni. NAPOLI : CLEAN.
Evoluzione del disegno di progetto: dall’unitarietà dell’arte di costruire dell’Ottocento alle esperienze contemporanee
FARRONI, Laura
2011-01-01
Abstract
Considerare il disegno come possibilità effettiva di un confronto continuo tra architettura concepita e reali possibilità costruttive è alla base di un corretto processo progettuale e la storia dell’architettura e della rappresentazione ne forniscono esempi numerosi e complessi. Alla fine dell’Ottocento, il disegno di progetto acquista una propria individualità, attraverso la ricerca di codificazione, per la comunicazione dell’opera architettonica. Gli elaborati di progetto, raggiungono una sintesi grafica che esprime contemporaneamente intenzioni di progetto, logiche costruttive e metodi di esecuzione, con opportuni richiami a seconda dei destinatari del processo edilizio. Oggi, nel momento di una prepotente irruzione dell’immateriale e del virtuale dentro la realtà del mestiere dell’architetto il disegno d’architettura, se in un primo momento ha perso le sue connotazioni perché sottomesso a quanto il “mercato del digitale” offriva, tra astrazione (luogo di speculazioni intellettuali) e previsione della fattibilità con prevalenza dell’aspetto tecnico, sembra essere il luogo di sperimentazione sui suoi sviluppi in relazione a due ambiti specifici: alla trasformazione degli strumenti della rappresentazione e delle tecniche grafiche e all’evoluzione delle tecniche costruttive e conseguentemente delle fasi del processo edilizio. Tale considerazione porta a “rintracciare” dei nessi tra le trasformazioni del disegno di progetto dall’arte di costruire 800esco (considerando tutta la produzione della trattatistica e manualistica) e le possibilità di rappresentazione/gestione del progetto contemporaneo con l’uso di software CAAD specifici (dai Caad di base ai BIM). Il tema proposto, fa parte di una ricerca appena finanziata dal DipSA, presso l’Università di Roma Tre dal titolo Trasformazione del disegno di progetto dai manuali dell’Ottocento agli attuali softwares CAAD.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.