Il contributo intreccia analisi iconografica e lettura storica del Corteo dei Magi di Benozzo Gozzoli per soffermarsi sui suoi protagonisti e soprattutto sul giovane e biondo “capocaccia” che reca, in sella e al guinzaglio, due ghepardi. L’identificazione dei tre Magi con i capidelegazione bizantini, “portatori” al Concilio di Firenze del “dono” dell’Unione delle Chiese – il patriarca Giuseppe II, il basileus Giovanni VIII e il suo fratello minore Demetrio, raffigurati secondo l’effettivo ordine di arrivo dei rispettivi cortei in città – è resa inequivoca dalla presenza di ritratti di personaggi del loro seguito (tra cui si riconoscono con certezza almeno Giorgio Gemisto Pletone, Isidoro di Kiev, Giovanni Argiropulo, Teodoro Gaza) oltre che da quella di platonici occidentali e dello stesso papa Pio II. Vi è però anche un “quarto Mago”: nella figura del biondo capocaccia affiancato da due ghepardi può riconoscersi un’immagine idealizzata dell’altro fratello minore di Giovanni VIII, l’ultimogenito Tommaso, o comunque una memoria della sua presenza al Concilio, rivelata peraltro dalle testimonianze storiografiche, finora ignote o ignorate, di Giorgio Sfrantze e Pero Tafur. Tommaso, l’ultimo dei principi Paleologhi era d’altronde al centro del progetto di “salvataggio occidentale di Bisanzio” che Pio II avrebbe esposto ufficialmente al Concilio di Mantova del 1459: in occasione di questo concilio gli affreschi celebrativi del concilio fiorentino di vent’anni prima erano stati commissionati a Benozzo da Piero de’ Medici. Se dopo la conclusione del summit di Mantova l’immagine realistica di un più maturo Tommaso Paleologo si ritroverà nelle committenze di Pio II e dei suoi eredi (nei due ritratti marmorei di Paolo Romano, eseguiti dopo la venuta di Tommaso a Roma, e in quello dipinto da Pinturicchio nella Libreria Piccolomini del Duomo di Siena), i tratti idealizzati e simbolici del misterioso “giovane con ghepardi” del Corteo di Benozzo possono confrontarsi con quelli dell’altrettanto enigmatica figura di giovane biondo raffigurato nel “proscenio” della Flagellazione di Piero della Francesca.

Ronchey, S. (2009). Tommaso Paleologo al Concilio di Firenze. In La stella e la porpora. Il corteo di Benozzo e l’enigma del Virgilio Riccardiano. Atti del Convegno di Studi (Firenze, 17 maggio 2007), a c. di G. Lazzi e G. Wolf (pp.135-159). Firenze : Polistampa.

Tommaso Paleologo al Concilio di Firenze

RONCHEY, SILVIA
2009-01-01

Abstract

Il contributo intreccia analisi iconografica e lettura storica del Corteo dei Magi di Benozzo Gozzoli per soffermarsi sui suoi protagonisti e soprattutto sul giovane e biondo “capocaccia” che reca, in sella e al guinzaglio, due ghepardi. L’identificazione dei tre Magi con i capidelegazione bizantini, “portatori” al Concilio di Firenze del “dono” dell’Unione delle Chiese – il patriarca Giuseppe II, il basileus Giovanni VIII e il suo fratello minore Demetrio, raffigurati secondo l’effettivo ordine di arrivo dei rispettivi cortei in città – è resa inequivoca dalla presenza di ritratti di personaggi del loro seguito (tra cui si riconoscono con certezza almeno Giorgio Gemisto Pletone, Isidoro di Kiev, Giovanni Argiropulo, Teodoro Gaza) oltre che da quella di platonici occidentali e dello stesso papa Pio II. Vi è però anche un “quarto Mago”: nella figura del biondo capocaccia affiancato da due ghepardi può riconoscersi un’immagine idealizzata dell’altro fratello minore di Giovanni VIII, l’ultimogenito Tommaso, o comunque una memoria della sua presenza al Concilio, rivelata peraltro dalle testimonianze storiografiche, finora ignote o ignorate, di Giorgio Sfrantze e Pero Tafur. Tommaso, l’ultimo dei principi Paleologhi era d’altronde al centro del progetto di “salvataggio occidentale di Bisanzio” che Pio II avrebbe esposto ufficialmente al Concilio di Mantova del 1459: in occasione di questo concilio gli affreschi celebrativi del concilio fiorentino di vent’anni prima erano stati commissionati a Benozzo da Piero de’ Medici. Se dopo la conclusione del summit di Mantova l’immagine realistica di un più maturo Tommaso Paleologo si ritroverà nelle committenze di Pio II e dei suoi eredi (nei due ritratti marmorei di Paolo Romano, eseguiti dopo la venuta di Tommaso a Roma, e in quello dipinto da Pinturicchio nella Libreria Piccolomini del Duomo di Siena), i tratti idealizzati e simbolici del misterioso “giovane con ghepardi” del Corteo di Benozzo possono confrontarsi con quelli dell’altrettanto enigmatica figura di giovane biondo raffigurato nel “proscenio” della Flagellazione di Piero della Francesca.
2009
9788859606505
Ronchey, S. (2009). Tommaso Paleologo al Concilio di Firenze. In La stella e la porpora. Il corteo di Benozzo e l’enigma del Virgilio Riccardiano. Atti del Convegno di Studi (Firenze, 17 maggio 2007), a c. di G. Lazzi e G. Wolf (pp.135-159). Firenze : Polistampa.
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