Il saggio prende in esame alcune espressioni di dileggio nei confronti degli studi di archeologia, numismatica, epigrafia e antiquaria, considerati nel loro complesso vani, dilettanteschi e prolissi da molti letterati inclusi Leopardi, Tommaseo e Stendhal. La considerazione negativa che Leopardi esprime per gli intellettuali romani suoi contemporanei deriva dall’osservazione diretta di una loro effettiva mancanza di metodo filologico e storico, rilevata anche da altri osservatori, ma risente allo stesso tempo della generale disistima romantica verso gli studi da essi praticati, che si riteneva allontanasse dal “vero” in favore di una sterile erudizione. Diversa appare la posizione del Belli, il quale, partecipe di iniziative accademiche legate allo stesso ambiente aspramente ritratto da Leopardi, mostra apprezzamento per l’erudizione antichistica (che era peraltro l’unica attività intellettuale praticabile nella retriva Roma del primo Ottocento), riservando ai soli sonetti romaneschi l’espressione del dileggio nei confronti delle occupazioni intellettuali da parte del popolo, che le trova del tutto incomprensibili.

Marcozzi, L. (2011). "Questo letamaio di letteratura". L'antiquaria romana del primo Ottocento nella polemica letteraria. In Belli e l'archeologia (pp.75-103). ROMA : Aracne [10.4399/97888548405847].

"Questo letamaio di letteratura". L'antiquaria romana del primo Ottocento nella polemica letteraria

MARCOZZI, LUCA
2011-01-01

Abstract

Il saggio prende in esame alcune espressioni di dileggio nei confronti degli studi di archeologia, numismatica, epigrafia e antiquaria, considerati nel loro complesso vani, dilettanteschi e prolissi da molti letterati inclusi Leopardi, Tommaseo e Stendhal. La considerazione negativa che Leopardi esprime per gli intellettuali romani suoi contemporanei deriva dall’osservazione diretta di una loro effettiva mancanza di metodo filologico e storico, rilevata anche da altri osservatori, ma risente allo stesso tempo della generale disistima romantica verso gli studi da essi praticati, che si riteneva allontanasse dal “vero” in favore di una sterile erudizione. Diversa appare la posizione del Belli, il quale, partecipe di iniziative accademiche legate allo stesso ambiente aspramente ritratto da Leopardi, mostra apprezzamento per l’erudizione antichistica (che era peraltro l’unica attività intellettuale praticabile nella retriva Roma del primo Ottocento), riservando ai soli sonetti romaneschi l’espressione del dileggio nei confronti delle occupazioni intellettuali da parte del popolo, che le trova del tutto incomprensibili.
2011
978-88-548-4058-4
Marcozzi, L. (2011). "Questo letamaio di letteratura". L'antiquaria romana del primo Ottocento nella polemica letteraria. In Belli e l'archeologia (pp.75-103). ROMA : Aracne [10.4399/97888548405847].
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