Prendendo le mosse dai nuclei più antichi delle catacombe romane, si percorre il primo segmento della storia della pittura cimiteriale cristiana romana, alla luce delle più recenti e accreditate acquisizioni cronologiche relative alla genesi e ai primi sviluppi delle necropoli ipogee tardoantiche di diritto privato e comunitario. L'analisi entra nel merito della naturale evoluzione dell'arte vesuviana e, in particolare, prende le mosse dal II "stile" pompeiano per arrivare alla produzione artistica tardoantica, così come è espressa nelle pareti delle domus romane ed ostiensi. Si passa, poi, ad osservare il multiforme repertorio cosmico e dionisiaco, che compare negli spazi disegnati dalle tipiche linee rosso-verdi, per evidenziarne gli elementi che perdureranno anche nella pittura cimiteriale più matura. Lo studio si conclude con il censimento delle personificazioni, che denunciano un'evoluzione semantica cristiana (orante, pastore, filosofo, pescatore) e con le prime incerte, eppure eloquenti, scene di ispirazione biblica, che mostrano una tensione significativa di tipo esplicitamente soterico (Giona, Mosè Lazzaro, Samaritana, Abramo, Daniele) o di ascendenza e riconnotazione realistica e/o funeraria (fossori, banchetti).
Bisconti, F. (2006). Prime decorazioni nelle catacombe romane. Prove di laboratorio, invenzioni e remakes. In Origine delle catacombe romane (pp.65-89). ROMA-CITTÀ DEL VATICANO : Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana.
Prime decorazioni nelle catacombe romane. Prove di laboratorio, invenzioni e remakes
BISCONTI, FABRIZIO
2006-01-01
Abstract
Prendendo le mosse dai nuclei più antichi delle catacombe romane, si percorre il primo segmento della storia della pittura cimiteriale cristiana romana, alla luce delle più recenti e accreditate acquisizioni cronologiche relative alla genesi e ai primi sviluppi delle necropoli ipogee tardoantiche di diritto privato e comunitario. L'analisi entra nel merito della naturale evoluzione dell'arte vesuviana e, in particolare, prende le mosse dal II "stile" pompeiano per arrivare alla produzione artistica tardoantica, così come è espressa nelle pareti delle domus romane ed ostiensi. Si passa, poi, ad osservare il multiforme repertorio cosmico e dionisiaco, che compare negli spazi disegnati dalle tipiche linee rosso-verdi, per evidenziarne gli elementi che perdureranno anche nella pittura cimiteriale più matura. Lo studio si conclude con il censimento delle personificazioni, che denunciano un'evoluzione semantica cristiana (orante, pastore, filosofo, pescatore) e con le prime incerte, eppure eloquenti, scene di ispirazione biblica, che mostrano una tensione significativa di tipo esplicitamente soterico (Giona, Mosè Lazzaro, Samaritana, Abramo, Daniele) o di ascendenza e riconnotazione realistica e/o funeraria (fossori, banchetti).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.