La normativa italiana relativa alla misura ed alla gestione del rumore ambientale, al-la luce della L.Q. n.447 del 1995 e dei relativi Decreti attuativi, definisce quale indicato-re per la valutazione del rumore ambientale il livello continuo equivalente di pressione sonora ponderata A (LAeq). In particolare, il D.P.C.M. 14 Novembre 1997 indica i valori limite di emissione e di immissione delle sorgenti sonore, relativi ai periodi di riferi-mento diurni e notturni, corrispondenti rispettivamente al periodo tra le ore 6 e le 22 ed a quello tra le ore 22 e le 6 [1]. La Direttiva 2002/49/CE del 25 giugno 2002 si è proposta di uniformare gli indica-tori dei singoli Paesi membri dell’Unione Europea: a tale scopo, è stato introdotto un nuovo indicatore del rumore ambientale, Lden, calcolato sulla base dei livelli di rumore misurati in tre periodi di riferimento: diurno, serale e notturno [2]. La raccomandazione della Commissione delle Comunità Europee 2003/613/CE del 6 agosto 2003, in base all’allegato I della Direttiva 2002/49/CE, ha successivamente da-to la possibilità ai singoli stati membri di modificare la durata del periodo serale [3]. Ri-sulta pertanto necessario, in previsione di un recepimento della Direttiva europea da parte della legge italiana, poter calcolare e/o stimare i valori del nuovo descrittore euro-peo Lden a partire dai livelli equivalenti di rumore relativi ai periodi di riferimento diur-no e notturno previsti dalla normativa vigente. Nella presente memoria, si propone una ipotesi di ripartizione della giornata nei pe-riodi di riferimento diurno, serale e notturno e una metodologia per la determinazione del descrittore acustico Lden, a partire dal LAeq relativo al periodo diurno e notturno e dalla distribuzione statistica dei livelli misurati durante tali periodi. La metodologia proposta è stata infine applicata ai risultati di una vasta indagine sperimentale che ha consentito di verificarne l’efficacia.
Federico, R., Asdrubali, F., Mirko, F. (2005). UNA METODOLOGIA PER LA CONVERSIONE DEL LIVELLO EQUIVALENTE CONTINUO DI RUMORE NEL NUOVO INDICATORE EUROPEO LDEN. In Atti del 32° Convegno Nazionale AIA (pp.117-126).
UNA METODOLOGIA PER LA CONVERSIONE DEL LIVELLO EQUIVALENTE CONTINUO DI RUMORE NEL NUOVO INDICATORE EUROPEO LDEN
ASDRUBALI, Francesco;
2005-01-01
Abstract
La normativa italiana relativa alla misura ed alla gestione del rumore ambientale, al-la luce della L.Q. n.447 del 1995 e dei relativi Decreti attuativi, definisce quale indicato-re per la valutazione del rumore ambientale il livello continuo equivalente di pressione sonora ponderata A (LAeq). In particolare, il D.P.C.M. 14 Novembre 1997 indica i valori limite di emissione e di immissione delle sorgenti sonore, relativi ai periodi di riferi-mento diurni e notturni, corrispondenti rispettivamente al periodo tra le ore 6 e le 22 ed a quello tra le ore 22 e le 6 [1]. La Direttiva 2002/49/CE del 25 giugno 2002 si è proposta di uniformare gli indica-tori dei singoli Paesi membri dell’Unione Europea: a tale scopo, è stato introdotto un nuovo indicatore del rumore ambientale, Lden, calcolato sulla base dei livelli di rumore misurati in tre periodi di riferimento: diurno, serale e notturno [2]. La raccomandazione della Commissione delle Comunità Europee 2003/613/CE del 6 agosto 2003, in base all’allegato I della Direttiva 2002/49/CE, ha successivamente da-to la possibilità ai singoli stati membri di modificare la durata del periodo serale [3]. Ri-sulta pertanto necessario, in previsione di un recepimento della Direttiva europea da parte della legge italiana, poter calcolare e/o stimare i valori del nuovo descrittore euro-peo Lden a partire dai livelli equivalenti di rumore relativi ai periodi di riferimento diur-no e notturno previsti dalla normativa vigente. Nella presente memoria, si propone una ipotesi di ripartizione della giornata nei pe-riodi di riferimento diurno, serale e notturno e una metodologia per la determinazione del descrittore acustico Lden, a partire dal LAeq relativo al periodo diurno e notturno e dalla distribuzione statistica dei livelli misurati durante tali periodi. La metodologia proposta è stata infine applicata ai risultati di una vasta indagine sperimentale che ha consentito di verificarne l’efficacia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.