Following a methodological introduction on the problematics which emerge from the study of the Acta martyrum and the subtle distinction between the “authenticity” and “genuinity” of these texts as adopted by Catholic scholars, their role in the 16th century polemic on early Christianity between Protestants and Catholics is analysed. For the historiography of Lutheran humanists (the Magdeburg Centuriators and in primis Matthias Flacius Illyricus), the acts of the martyrs were “testimonies of truth” of a pre-hierarchical, pure, and authentic Christianity in which the Reform intelligentsia saw itself mirrored and to which it advocated a return. The Catholic intelligentsia, also interested in the census and re-evaluation of martyrological and hagiographic literature, supplied its response in Cardinal Cesare Baronio’s work of reconstitution of the Martyrologium Romanum. The latter selected a few “pure and sincere” acts, vigorously maintaining the loss of most of the “genuine” martyrological literature and adopting as a criterion of evaluation the “non-genuinity” of the attitude for martyrdom itself The re-evaluation of the number of Acta martyrum ran parallel to an historical and critical redefinition of the phenomenon and the significance of anti-Christian persecutions on the part of official Roman power and a minimising — already anticipated by apologists from the 3rd century on – of the subversive and anti-State content of early Christian ideology. Baronio’s census reflects a period of conflict between the churches on topics such as martyrdom, heresy, controversy, ideology, but even more a period in which the tools of historical, antiquarian, and diplomatic criticism were not yet scientifically well defined. Therefore, even though Baronio’s work is to be considered pre-philological, it established certain fixed criteria for subsequent evaluations of the Acta martyrum.

Dopo una premessa metodologica sulle problematiche emergenti dallo studio degli Acta martyrum e sulla sottile distinzione, adottata dall’erudizione cattolica, tra “autenticità” e “genuinità” di questi testi, viene analizzato il loro ruolo nella polemica cinquecentesca tra protestanti e cattolici sul primo cristianesimo. Per la storiografia umanistica luterana (i centuriatori di Magdeburgo, e in primis Mattia Flacio Illirico) gli atti dei martiri erano “testimoni di verità” di un cristianesimo pregerarchico, puro e autentico, in cui l’intellettualità riformata si specchiava e di cui perorava la restaurazione. L’intelligencija cattolica, interessata da parte sua al censimento e ridimensionamento della letteratura martirologica e agiografica, fornì la sua risposta nell’opera di ricostituzione del Martirologio Romano compiuta dal cardinale Cesare Baronio. Questi selezionò pochi atti “puri e sinceri”, sostenendo con vigore il naufragio della maggior parte della “genuina” letteratura martirologica e adottando come criterio valutativo la “non genuinità” dell’attitudine al martirio. Il ridimensionamento del numero degli Acta martyrum fu parallelo a una ridefinizione storico-critica del fenomeno e del significato delle persecuzioni anticristiane da parte del potere romano costituito e a una minimizzazione — peraltro già anticipata dall’apologetica a partire dal III secolo — dei contenuti eversivi e antistatali dell’ideologia del cristianesimo primitivo. Il censimento di Baronio riflette un’epoca di scontro fra le chiese su temi quali il martirio, l’eresia, la controversia, l’ideologia, ma soprattutto un’epoca in cui gli strumenti della critica storica, antiquaria e diplomatica non erano ancora stati scientificamente elaborati. Nonostante avesse dunque un carattere pre-filologico, il lavoro di Baronio fissò alcuni punti fermi per le successive valutazioni degli Acta martyrum.

Ronchey, S. (2009). Baronio e gli antichi Atti dei Martiri: dottrina ufficiale e realtà storica. In Baronio e le sue fonti. Atti del Convegno Internazionale di Studi (Sora, 10-13 ottobre 2007) (pp.301-325). Sora : Centro di Studi Sorani «Vincenzo Patriarca».

Baronio e gli antichi Atti dei Martiri: dottrina ufficiale e realtà storica

RONCHEY, SILVIA
2009-01-01

Abstract

Following a methodological introduction on the problematics which emerge from the study of the Acta martyrum and the subtle distinction between the “authenticity” and “genuinity” of these texts as adopted by Catholic scholars, their role in the 16th century polemic on early Christianity between Protestants and Catholics is analysed. For the historiography of Lutheran humanists (the Magdeburg Centuriators and in primis Matthias Flacius Illyricus), the acts of the martyrs were “testimonies of truth” of a pre-hierarchical, pure, and authentic Christianity in which the Reform intelligentsia saw itself mirrored and to which it advocated a return. The Catholic intelligentsia, also interested in the census and re-evaluation of martyrological and hagiographic literature, supplied its response in Cardinal Cesare Baronio’s work of reconstitution of the Martyrologium Romanum. The latter selected a few “pure and sincere” acts, vigorously maintaining the loss of most of the “genuine” martyrological literature and adopting as a criterion of evaluation the “non-genuinity” of the attitude for martyrdom itself The re-evaluation of the number of Acta martyrum ran parallel to an historical and critical redefinition of the phenomenon and the significance of anti-Christian persecutions on the part of official Roman power and a minimising — already anticipated by apologists from the 3rd century on – of the subversive and anti-State content of early Christian ideology. Baronio’s census reflects a period of conflict between the churches on topics such as martyrdom, heresy, controversy, ideology, but even more a period in which the tools of historical, antiquarian, and diplomatic criticism were not yet scientifically well defined. Therefore, even though Baronio’s work is to be considered pre-philological, it established certain fixed criteria for subsequent evaluations of the Acta martyrum.
2009
Dopo una premessa metodologica sulle problematiche emergenti dallo studio degli Acta martyrum e sulla sottile distinzione, adottata dall’erudizione cattolica, tra “autenticità” e “genuinità” di questi testi, viene analizzato il loro ruolo nella polemica cinquecentesca tra protestanti e cattolici sul primo cristianesimo. Per la storiografia umanistica luterana (i centuriatori di Magdeburgo, e in primis Mattia Flacio Illirico) gli atti dei martiri erano “testimoni di verità” di un cristianesimo pregerarchico, puro e autentico, in cui l’intellettualità riformata si specchiava e di cui perorava la restaurazione. L’intelligencija cattolica, interessata da parte sua al censimento e ridimensionamento della letteratura martirologica e agiografica, fornì la sua risposta nell’opera di ricostituzione del Martirologio Romano compiuta dal cardinale Cesare Baronio. Questi selezionò pochi atti “puri e sinceri”, sostenendo con vigore il naufragio della maggior parte della “genuina” letteratura martirologica e adottando come criterio valutativo la “non genuinità” dell’attitudine al martirio. Il ridimensionamento del numero degli Acta martyrum fu parallelo a una ridefinizione storico-critica del fenomeno e del significato delle persecuzioni anticristiane da parte del potere romano costituito e a una minimizzazione — peraltro già anticipata dall’apologetica a partire dal III secolo — dei contenuti eversivi e antistatali dell’ideologia del cristianesimo primitivo. Il censimento di Baronio riflette un’epoca di scontro fra le chiese su temi quali il martirio, l’eresia, la controversia, l’ideologia, ma soprattutto un’epoca in cui gli strumenti della critica storica, antiquaria e diplomatica non erano ancora stati scientificamente elaborati. Nonostante avesse dunque un carattere pre-filologico, il lavoro di Baronio fissò alcuni punti fermi per le successive valutazioni degli Acta martyrum.
Ronchey, S. (2009). Baronio e gli antichi Atti dei Martiri: dottrina ufficiale e realtà storica. In Baronio e le sue fonti. Atti del Convegno Internazionale di Studi (Sora, 10-13 ottobre 2007) (pp.301-325). Sora : Centro di Studi Sorani «Vincenzo Patriarca».
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