Questo studio osserva la straordinaria diffusione della silhouette - il più tipico mezzo di raffigurazione visuale nei paesi di lingua tedesca nel tardo Settecento - nell’ampio raggio di implicazioni che lega il fenomeno al sistema dei media in quel contesto, un sistema soprattutto letterario. Attraverso numerose testimonianze emerge il discorso di una affinità tra silhouette e scrittura nel quadro del nuovo culto dell’individualità e della comunicazione. La silhouette partecipa alla “devisualizzazione dell’immaginazione” (Koschorke). In quest’epoca sono i mezzi della scrittura a dischiudere lo spazio mitologico dell’individualità, dell’interiorità e dello spirito che si propone come nuovo principio di integrazione della realtà dinnanzi al dissolversi dell’antica piramide sociale e valoriale. Mezzo anti-iconico, la silhouette è spazio di scrittura dell’immaginario, l’ombra nera funge da “spazio vuoto” della lettura. Il classicismo, in seguito, trasferisce anche nella silhouette la contraddizione fra il suo tendere da un lato a visioni astratte-fantasmatiche, dall’altro all’integralità dei sensi e della fisicità. L’immobilizzazione del corpo nella silhouette dell’epoca sentimentale viene definitivamente abbandonata col romanticismo, che dissolve ogni opposizione di interiorità ed esteriorità, luce e ombra. L’Io delle filosofie idealistiche è anche non-Io, il soggetto si scopre plurimo, metamorfico e in movimento inarrestabile: l’ombra viene radicalmente dinamizzata. I romantici inventano nuove forme letterarie ispirate agli effetti cinetici del teatro delle ombre, che precorrono un cinema visionario.
Sampaolo, G. (2008). L’ombra della scrittura. “Silhouette” e letteratura intorno al 1800. In La finestra del testo. Letteratura e dispositivi della visione tra Settecento e Novecento (pp.143-164). ROMA : Meltemi Editore.
L’ombra della scrittura. “Silhouette” e letteratura intorno al 1800
SAMPAOLO, GIOVANNI
2008-01-01
Abstract
Questo studio osserva la straordinaria diffusione della silhouette - il più tipico mezzo di raffigurazione visuale nei paesi di lingua tedesca nel tardo Settecento - nell’ampio raggio di implicazioni che lega il fenomeno al sistema dei media in quel contesto, un sistema soprattutto letterario. Attraverso numerose testimonianze emerge il discorso di una affinità tra silhouette e scrittura nel quadro del nuovo culto dell’individualità e della comunicazione. La silhouette partecipa alla “devisualizzazione dell’immaginazione” (Koschorke). In quest’epoca sono i mezzi della scrittura a dischiudere lo spazio mitologico dell’individualità, dell’interiorità e dello spirito che si propone come nuovo principio di integrazione della realtà dinnanzi al dissolversi dell’antica piramide sociale e valoriale. Mezzo anti-iconico, la silhouette è spazio di scrittura dell’immaginario, l’ombra nera funge da “spazio vuoto” della lettura. Il classicismo, in seguito, trasferisce anche nella silhouette la contraddizione fra il suo tendere da un lato a visioni astratte-fantasmatiche, dall’altro all’integralità dei sensi e della fisicità. L’immobilizzazione del corpo nella silhouette dell’epoca sentimentale viene definitivamente abbandonata col romanticismo, che dissolve ogni opposizione di interiorità ed esteriorità, luce e ombra. L’Io delle filosofie idealistiche è anche non-Io, il soggetto si scopre plurimo, metamorfico e in movimento inarrestabile: l’ombra viene radicalmente dinamizzata. I romantici inventano nuove forme letterarie ispirate agli effetti cinetici del teatro delle ombre, che precorrono un cinema visionario.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.