Il tema della Relazione a invito presentata al Convegno riguarda il rapporto che gli architetti contemporanei tendono a stabilire con il passato, misurandosi con l’impegno di intervenire in contesti precedenti fortemente connotati. L’Autore osserva che si tratta di un rapporto complesso che, semplificando eccessivamente, sembra ospitare le diverse propensioni degli architetti nell’intervallo compreso tra due limiti opposti: la tendenza a porsi in continuità con il fare del passato o, viceversa, l’intento di rivendicare la propria autonomia, assumendo un atteggiamento d’indifferenza nei riguardi dei caratteri della preesistenza. Pugliano osserva che, nella realtà, tende a divenire preminente una posizione diversa, attenta a porre al centro del fare dell’architetto lo studio e la comprensione del contesto in cui è chiamato a operare facendo discendere di volta in volta dalle conoscenze maturate la risposta alla domanda “come conservare cosa”. Stabilire come conservare cosa, quindi, dipende dalla capacità che abbiamo di riconoscere i valori di cui sono espressione i prodotti della tradizione architettonica e, una volta riconosciuti, di trasferirli al futuro in maniera eloquente. La tradizione architettonica, inoltre, consiste anche di un patrimonio di consuetudini tipologiche e di pratiche selezionate dall’uso; si pensi, per questo, alla tecnica costruttiva ove ciascuna pratica ha la sua genesi nell’innovazione ma è la costante riproduzione e l’ottimizzazione nel tempo che la rende consueta e caratteristica, traducendola nell’espressione di una cultura materiale meritevole di conservazione. La valorizzazione del messaggio culturale espresso dalla tradizione offre così l’occasione per conferire un ulteriore significato documentale alle opere restaurate in chiave filologica, come dimostrano, tra l’altro, gli esempi del secondo restauro novecentesco alla Fontana Maggiore di Perugia e il restauro delle componenti strutturali del Palazzo Chigi di Ariccia.
Pugliano, A. (In corso di stampa). Come conservare cosa. In Festa dell’Architettura, Architour-Roma ieri, oggi, domani. L'architettura tra innovazione e tradizione. Acquario Romano, 14 Giugno 2012, Roma. Roma : Ordine degli Architetti di Roma e Provincia.Consulta dei Beni Culturali.
Come conservare cosa
PUGLIANO, Antonio
In corso di stampa
Abstract
Il tema della Relazione a invito presentata al Convegno riguarda il rapporto che gli architetti contemporanei tendono a stabilire con il passato, misurandosi con l’impegno di intervenire in contesti precedenti fortemente connotati. L’Autore osserva che si tratta di un rapporto complesso che, semplificando eccessivamente, sembra ospitare le diverse propensioni degli architetti nell’intervallo compreso tra due limiti opposti: la tendenza a porsi in continuità con il fare del passato o, viceversa, l’intento di rivendicare la propria autonomia, assumendo un atteggiamento d’indifferenza nei riguardi dei caratteri della preesistenza. Pugliano osserva che, nella realtà, tende a divenire preminente una posizione diversa, attenta a porre al centro del fare dell’architetto lo studio e la comprensione del contesto in cui è chiamato a operare facendo discendere di volta in volta dalle conoscenze maturate la risposta alla domanda “come conservare cosa”. Stabilire come conservare cosa, quindi, dipende dalla capacità che abbiamo di riconoscere i valori di cui sono espressione i prodotti della tradizione architettonica e, una volta riconosciuti, di trasferirli al futuro in maniera eloquente. La tradizione architettonica, inoltre, consiste anche di un patrimonio di consuetudini tipologiche e di pratiche selezionate dall’uso; si pensi, per questo, alla tecnica costruttiva ove ciascuna pratica ha la sua genesi nell’innovazione ma è la costante riproduzione e l’ottimizzazione nel tempo che la rende consueta e caratteristica, traducendola nell’espressione di una cultura materiale meritevole di conservazione. La valorizzazione del messaggio culturale espresso dalla tradizione offre così l’occasione per conferire un ulteriore significato documentale alle opere restaurate in chiave filologica, come dimostrano, tra l’altro, gli esempi del secondo restauro novecentesco alla Fontana Maggiore di Perugia e il restauro delle componenti strutturali del Palazzo Chigi di Ariccia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.