Le indagini ecografiche sono caratterizzate da rumore di fondo dovuto al riverbero ultrasonico e da “artefatti” dovuti alla molteplicità degli echi riflessi. Da questi deve es-sere estratta la parte utile ed identificabile del segnale, che definiremo “echi utili”. L’esigenza di effettuare misure ad elevata accuratezza spaziale ha suggerito l’uso di un metodo basato sulla stima a massima verosimiglianza dei parametri caratterizzanti gli echi utili. Lo stimatore accetta come dati di ingresso parametri legati al profilo tempora-le aspettato degli echi utili che nel nostro caso sono ben approssimati, per questioni fisi-che, a gaussiane. Sono state effettuate numerose prove sul software che implementa l’algoritmo, che, nel caso di segnali di sintesi poco rumorosi, hanno portato a stimare il limite di sensibilità a circa 0,5 m. [1][2][3]. Lo stimatore, però, mostra una debolezza strutturale nell’elevata complessità computazionale che viene messa particolarmente in evidenza in presenza di segnali reali in cui il numero di echi utili e non risulta essere elevato. Il segnale ecografico, sulla base del teorema di Wold, può essere considerato come composto da una parte deterministica e da un’altra stocastica, trattabili in maniera “ortogonale” indipendentemente l’una dall’altra. Lo scopo di rendere l’immagine ecografica la più chiara possibile, ci ha suggerito di effettuare delle operazioni di qualificazione del segnale, individuandone e successivamente eliminandone le parti che non possiedono informazione utile. La misura e l’analisi di dati casuali o randomici implica i concetti di incertezza e di stima che devono essere valutati mediante tecniche statistiche.

Caciotta, M., Leccese, F. (2005). Estrazione del segnale utile da portanti ecografiche con metodologie statistiche nel dominio della frequenza. In Metrologia & Qualità - Atti del Congresso. TORINO : Augusta Edizioni.

Estrazione del segnale utile da portanti ecografiche con metodologie statistiche nel dominio della frequenza

CACIOTTA, Maurizio;LECCESE, Fabio
2005-01-01

Abstract

Le indagini ecografiche sono caratterizzate da rumore di fondo dovuto al riverbero ultrasonico e da “artefatti” dovuti alla molteplicità degli echi riflessi. Da questi deve es-sere estratta la parte utile ed identificabile del segnale, che definiremo “echi utili”. L’esigenza di effettuare misure ad elevata accuratezza spaziale ha suggerito l’uso di un metodo basato sulla stima a massima verosimiglianza dei parametri caratterizzanti gli echi utili. Lo stimatore accetta come dati di ingresso parametri legati al profilo tempora-le aspettato degli echi utili che nel nostro caso sono ben approssimati, per questioni fisi-che, a gaussiane. Sono state effettuate numerose prove sul software che implementa l’algoritmo, che, nel caso di segnali di sintesi poco rumorosi, hanno portato a stimare il limite di sensibilità a circa 0,5 m. [1][2][3]. Lo stimatore, però, mostra una debolezza strutturale nell’elevata complessità computazionale che viene messa particolarmente in evidenza in presenza di segnali reali in cui il numero di echi utili e non risulta essere elevato. Il segnale ecografico, sulla base del teorema di Wold, può essere considerato come composto da una parte deterministica e da un’altra stocastica, trattabili in maniera “ortogonale” indipendentemente l’una dall’altra. Lo scopo di rendere l’immagine ecografica la più chiara possibile, ci ha suggerito di effettuare delle operazioni di qualificazione del segnale, individuandone e successivamente eliminandone le parti che non possiedono informazione utile. La misura e l’analisi di dati casuali o randomici implica i concetti di incertezza e di stima che devono essere valutati mediante tecniche statistiche.
2005
Caciotta, M., Leccese, F. (2005). Estrazione del segnale utile da portanti ecografiche con metodologie statistiche nel dominio della frequenza. In Metrologia & Qualità - Atti del Congresso. TORINO : Augusta Edizioni.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/179629
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