Il saggio affronta lo stretto legame fra educazione retorica e scritti sull'arte nella tarda-antichità e nella prima età bizantina: infatti, in parallelo al declino del naturalismo artistico e alla crescente tendenza all'astrazione, a Bisanzio si assiste ad una intensificazione del vocabolario visivo delle ekphraseis (descrizioni) e ad un raffinamento della facoltà immaginativa dello spettatore. In questo contributo si analizza il rapporto fra percezione ed ekphraseis (intese come guida all'esperienza visiva dello spettatore, stimolo alla visione e condizionamento della percezione), con particolare riferimento alle immagini acheiropoietai (“non fatte da mano umana”) sui marmi bizantini.
Fobelli, M.L. (2006). The imagery of the Heavenly City in sixth-century Byzantium: marbles and images "not made by human hand". In New Jerusalems. The Translation of Sacred Space in Christian Culture (pp.48-53).
The imagery of the Heavenly City in sixth-century Byzantium: marbles and images "not made by human hand"
FOBELLI, Maria Luigia
2006-01-01
Abstract
Il saggio affronta lo stretto legame fra educazione retorica e scritti sull'arte nella tarda-antichità e nella prima età bizantina: infatti, in parallelo al declino del naturalismo artistico e alla crescente tendenza all'astrazione, a Bisanzio si assiste ad una intensificazione del vocabolario visivo delle ekphraseis (descrizioni) e ad un raffinamento della facoltà immaginativa dello spettatore. In questo contributo si analizza il rapporto fra percezione ed ekphraseis (intese come guida all'esperienza visiva dello spettatore, stimolo alla visione e condizionamento della percezione), con particolare riferimento alle immagini acheiropoietai (“non fatte da mano umana”) sui marmi bizantini.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.