Nella Valle dell’Alto Vomano (TE) sorgono i resti di un’antica fortificazione, la Rocca di Roseto, che oggi come nel passato domina lo spazio circostante. Il primo impianto e l’aspetto originario della rocca risalirebbero all’XI secolo, sotto gli Svevi essa venne inglobata nel sistema difensivo del regno e verso la fine del XIII secolo fu ristrutturata e potenziata dagli Angioini per svolgere una duplice funzione: controllare i pascoli estivi d’alta quota di Piano Roseto e delle praterie della Laga e vigilare sulle vie interne dei commerci abruzzesi. Nei secoli iniziali del nuovo millennio, infatti, la viabilità locale era tornata a sfruttare il tracciato dell’antica Via Cecilia, così la rocca, essendo la prima fortificazione che si incontrava una volta valicato l’Appennino provenendo da L’Aquila, controllava la direttrice degli scambi tra il versante tirrenico e quello adriatico che interessavano trasversalmente l’Italia centrale. L’importanza strategica dell’avamposto in epoca tardo medievale fu tale che da esso, per estensione, presero il nome i rilievi subappenninici circostanti, che nei documenti storici sono definiti appunto Montagna di Roseto. Le annotazioni sulla permanenza della rocca si fanno sempre più rilevanti nelle carte storiche, particolarmente quelle relative ai secoli XVII e XVIII. Le fonti cartografiche, più di quelle scritte, riescono a testimoniare nel tempo l’importanza avuta dal manufatto e dall’area montuosa circostante nella storia della regione. Interessata alla fine del Seicento dai progetti di fortificazione voluti dal viceré marchese del Carpio per estirpare il banditismo ai confini del Regno di Napoli, la Rocca e la Montagna di Roseto rappresentano una realtà ben documentabile fino alla metà dell’Ottocento, dopo di che le notizie si rarefanno fino ad arrivare alla situazione attuale, in cui localmente quasi nessuno ne ha più memoria. Sebbene figuri come rudere da visitare tra i punti di interesse all’interno del Parco nazionale del Gran Sasso, la Rocca di Roseto meriterebbe attenzione e proposte di conoscenza e valorizzazione del sito adeguate a un luogo che ha segnato per circa un millennio la storia del territorio limitrofo.

D'Ascenzo, A. (2016). La Rocca e la Montagna di Roseto nell’Abruzzo Ultra: un’analisi geostorica fra cartografia e fonti documentali. In Conoscere per rappresentare. Temi di cartografia e approcci metodologici (pp.55-69). Bologna : Patron.

La Rocca e la Montagna di Roseto nell’Abruzzo Ultra: un’analisi geostorica fra cartografia e fonti documentali

D'ASCENZO, ANNALISA
Investigation
2016-01-01

Abstract

Nella Valle dell’Alto Vomano (TE) sorgono i resti di un’antica fortificazione, la Rocca di Roseto, che oggi come nel passato domina lo spazio circostante. Il primo impianto e l’aspetto originario della rocca risalirebbero all’XI secolo, sotto gli Svevi essa venne inglobata nel sistema difensivo del regno e verso la fine del XIII secolo fu ristrutturata e potenziata dagli Angioini per svolgere una duplice funzione: controllare i pascoli estivi d’alta quota di Piano Roseto e delle praterie della Laga e vigilare sulle vie interne dei commerci abruzzesi. Nei secoli iniziali del nuovo millennio, infatti, la viabilità locale era tornata a sfruttare il tracciato dell’antica Via Cecilia, così la rocca, essendo la prima fortificazione che si incontrava una volta valicato l’Appennino provenendo da L’Aquila, controllava la direttrice degli scambi tra il versante tirrenico e quello adriatico che interessavano trasversalmente l’Italia centrale. L’importanza strategica dell’avamposto in epoca tardo medievale fu tale che da esso, per estensione, presero il nome i rilievi subappenninici circostanti, che nei documenti storici sono definiti appunto Montagna di Roseto. Le annotazioni sulla permanenza della rocca si fanno sempre più rilevanti nelle carte storiche, particolarmente quelle relative ai secoli XVII e XVIII. Le fonti cartografiche, più di quelle scritte, riescono a testimoniare nel tempo l’importanza avuta dal manufatto e dall’area montuosa circostante nella storia della regione. Interessata alla fine del Seicento dai progetti di fortificazione voluti dal viceré marchese del Carpio per estirpare il banditismo ai confini del Regno di Napoli, la Rocca e la Montagna di Roseto rappresentano una realtà ben documentabile fino alla metà dell’Ottocento, dopo di che le notizie si rarefanno fino ad arrivare alla situazione attuale, in cui localmente quasi nessuno ne ha più memoria. Sebbene figuri come rudere da visitare tra i punti di interesse all’interno del Parco nazionale del Gran Sasso, la Rocca di Roseto meriterebbe attenzione e proposte di conoscenza e valorizzazione del sito adeguate a un luogo che ha segnato per circa un millennio la storia del territorio limitrofo.
2016
9788855533652
D'Ascenzo, A. (2016). La Rocca e la Montagna di Roseto nell’Abruzzo Ultra: un’analisi geostorica fra cartografia e fonti documentali. In Conoscere per rappresentare. Temi di cartografia e approcci metodologici (pp.55-69). Bologna : Patron.
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