Nell'Africa romana Esculapio è considerato rappresentare una diretta filiazione da Eshmun, in accordo con un'interpretazione che vuole alto il grado di incidenza della tradizione punica nel pantheon e nelle forme del culto. Nei territori sottoposti al controllo di Cartagine, o da essa influenzati, l'entità religiosa "autenticamente" fenicio-punica, combinata con il sostrato berbero, si sarebbe mantenuta "vigorosa e inalterata''. Meglio, si assisterebbe alla convivenza di due tipi di divinità, distinti e ben caratterizzati: un dio "erede dei costumi libico-berberi, il successore di Eshmun della Cartagine punica" e un dio "banalmente greco-romano", di schietta ascendenza ellenica, pervenuto in Africa attraverso i colonie i militari. Dalla verifica di questa ipotesi, condotta attraverso il riesame di alcune fonti – letterarie (Apuleio), epigrafiche (in particolare le iscrizioni che documentano il sacerdozio del dio}, figurative - , il quadro che emerge è differente: l'Esculapio dell'Africa di età imperiale presenta i tratti codificati della tradizione greco-romana. Va anche tenuto presente che già negli ultimi secoli di vira di Cartagine punica il dio di Sidone era stato sottoposto a un radicale processo di ellenizzazione: l'identificazione di Eshmun con Esculapio andò di pari passo con il rafforzamento del suo carattere di divinità salutare e guaritrice. Entro queste coordinare va pertanto valutata l'incidenza che, in determinaci e circoscritti aspetti del culto, la facies fenicio-punica della divinità può aver avuto sull'Esculapio africano. Le caratteristiche dei contesti in cui, in forme differenti, si è praticato il culto di Esculapio permettono di ricostruire il profilo di una divinità di natura essenzialmente salutare. Esculapio è il medicinarum demomtrator del cartaginese Tertulliano, è il custos et praeses sanitatis, valetudinis et salutis dell'africano Arnobio, è il peritissimus medicus di Agostino. Non diversamente che nelle altri parti dell'impero, I'Esculapio "africano" si è specializzato negli studi di medicina.

Musso, L. (2009). Esculapio in Africa romana: tradizione punica, ellenizzazione, integrazione imperiale. In Il culto di Asclepio nell’area mediterranea, Convegno Internazionale, Agrigento 20-22 novembre 2005. (pp.113-143). Roma : Gangemi editore.

Esculapio in Africa romana: tradizione punica, ellenizzazione, integrazione imperiale

MUSSO, Luisa
2009-01-01

Abstract

Nell'Africa romana Esculapio è considerato rappresentare una diretta filiazione da Eshmun, in accordo con un'interpretazione che vuole alto il grado di incidenza della tradizione punica nel pantheon e nelle forme del culto. Nei territori sottoposti al controllo di Cartagine, o da essa influenzati, l'entità religiosa "autenticamente" fenicio-punica, combinata con il sostrato berbero, si sarebbe mantenuta "vigorosa e inalterata''. Meglio, si assisterebbe alla convivenza di due tipi di divinità, distinti e ben caratterizzati: un dio "erede dei costumi libico-berberi, il successore di Eshmun della Cartagine punica" e un dio "banalmente greco-romano", di schietta ascendenza ellenica, pervenuto in Africa attraverso i colonie i militari. Dalla verifica di questa ipotesi, condotta attraverso il riesame di alcune fonti – letterarie (Apuleio), epigrafiche (in particolare le iscrizioni che documentano il sacerdozio del dio}, figurative - , il quadro che emerge è differente: l'Esculapio dell'Africa di età imperiale presenta i tratti codificati della tradizione greco-romana. Va anche tenuto presente che già negli ultimi secoli di vira di Cartagine punica il dio di Sidone era stato sottoposto a un radicale processo di ellenizzazione: l'identificazione di Eshmun con Esculapio andò di pari passo con il rafforzamento del suo carattere di divinità salutare e guaritrice. Entro queste coordinare va pertanto valutata l'incidenza che, in determinaci e circoscritti aspetti del culto, la facies fenicio-punica della divinità può aver avuto sull'Esculapio africano. Le caratteristiche dei contesti in cui, in forme differenti, si è praticato il culto di Esculapio permettono di ricostruire il profilo di una divinità di natura essenzialmente salutare. Esculapio è il medicinarum demomtrator del cartaginese Tertulliano, è il custos et praeses sanitatis, valetudinis et salutis dell'africano Arnobio, è il peritissimus medicus di Agostino. Non diversamente che nelle altri parti dell'impero, I'Esculapio "africano" si è specializzato negli studi di medicina.
2009
978-88-492-1685-1
Musso, L. (2009). Esculapio in Africa romana: tradizione punica, ellenizzazione, integrazione imperiale. In Il culto di Asclepio nell’area mediterranea, Convegno Internazionale, Agrigento 20-22 novembre 2005. (pp.113-143). Roma : Gangemi editore.
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