Oltre ad alcune lettere familiari che ci sono giunte manoscritte, sono attribuite a Vespucci due lettere a stampa, pubblicate nei primi decenni del ‘500: il Mundus Novus, stampato per la prima volta ad Augusta nel 1504 e la Lettera di Amerigo Vespucci delle isole nuouamete trouate in quattro suoi viaggi, che vide la luce in una prima edizione a Firenze nel 1505, ma che fu conosciuta soprattutto nella versione latina della Cosmographiae Introductio (Saint Dié - in Lorena - nel 1507). Fin dall’inizio queste due lettere registrarono un grande successo, perché rispondevano in modo semplice e suggestivo al diffuso desiderio di conoscenza, stimolato dalle esplorazioni geografiche del tempo, e fornivano in una chiave fortemente eurocentrica una prima risposta a tutti i principali interrogativi posti dalla scoperta colombiana. Nelle numerose traduzioni che si susseguirono nella prima decade del ‘500, tale veste grafica divenne ancora più accattivante con l’inserimento di diverse xilografie che – più o meno elaborate – facevano da corredo iconografico ai testi, promuovendo l’immagine di un nuovo mondo solo in parte in contrasto con le conoscenze ereditate dalla tradizione classica e dalle scienze antiche.
Masetti, C. (2014). L’immagine del Nuovo Mondo nelle xilografie delle lettere a stampa vespucciane. In Vespucci, Firenze e le Americhe (pp.183-215). FIRENZE : Leo S. Olschki, Firenze.
L’immagine del Nuovo Mondo nelle xilografie delle lettere a stampa vespucciane
MASETTI, CARLA
2014-01-01
Abstract
Oltre ad alcune lettere familiari che ci sono giunte manoscritte, sono attribuite a Vespucci due lettere a stampa, pubblicate nei primi decenni del ‘500: il Mundus Novus, stampato per la prima volta ad Augusta nel 1504 e la Lettera di Amerigo Vespucci delle isole nuouamete trouate in quattro suoi viaggi, che vide la luce in una prima edizione a Firenze nel 1505, ma che fu conosciuta soprattutto nella versione latina della Cosmographiae Introductio (Saint Dié - in Lorena - nel 1507). Fin dall’inizio queste due lettere registrarono un grande successo, perché rispondevano in modo semplice e suggestivo al diffuso desiderio di conoscenza, stimolato dalle esplorazioni geografiche del tempo, e fornivano in una chiave fortemente eurocentrica una prima risposta a tutti i principali interrogativi posti dalla scoperta colombiana. Nelle numerose traduzioni che si susseguirono nella prima decade del ‘500, tale veste grafica divenne ancora più accattivante con l’inserimento di diverse xilografie che – più o meno elaborate – facevano da corredo iconografico ai testi, promuovendo l’immagine di un nuovo mondo solo in parte in contrasto con le conoscenze ereditate dalla tradizione classica e dalle scienze antiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.