L’idea che la domanda effettiva sia strettamente connessa all’offerta di moneta, o che addirittura si identifichi con essa, è emersa più volte nel corso della storia del pensiero economico, nel contesto di approcci teorici di diversa matrice e impostazione. Nel paper si analizzano alcuni dei principali contributi teorici in cui questa tendenza si manifesta in modo più o meno esplicito. In particolare, si esaminano le tesi di Lange e di Patinkin sul fronte ortodosso e quelle della Luxemburg e dei teorici del circuito monetario sul fronte eterodosso. La tesi fondamentale che si vuole sostenere è che tale tipo di conclusione teorica è strettamente legata all’assunzione, più o meno esplicita, di due ordini di ipotesi fondamentali. Il primo è che risulti valida o la legge di Say o, in senso meno restrittivo, la legge di Walras o, in senso ancora più generale, una complementarità degli scambi all’interno del prodotto sociale. La seconda è che la moneta sia un “bene” particolare, cioè che abbia utilità solo ed esclusivamente come numerario e mezzo di scambio, che presenti costi di produzione nulli e che sia messa in circolazione in modo del tutto indipendente dalla quantità degli altri beni scambiati. Si pone inoltre in evidenza come questa impostazione teorica sia incompatibile non solo con una moneta che sia riserva di valore, ma anche con una moneta-merce, dotata di un valore di scambio intrinseco, o con una moneta endogena, strettamente connessa al ciclo del credito.
Scarano, G. (2012). Teoria quantitativa, legge di Say e domanda effettiva nelle teorie della moneta. In The Ninth Annual STOREP Conference Padova 1-3 June 2012 Abstracts Book.
Teoria quantitativa, legge di Say e domanda effettiva nelle teorie della moneta
SCARANO, Giovanni
2012-01-01
Abstract
L’idea che la domanda effettiva sia strettamente connessa all’offerta di moneta, o che addirittura si identifichi con essa, è emersa più volte nel corso della storia del pensiero economico, nel contesto di approcci teorici di diversa matrice e impostazione. Nel paper si analizzano alcuni dei principali contributi teorici in cui questa tendenza si manifesta in modo più o meno esplicito. In particolare, si esaminano le tesi di Lange e di Patinkin sul fronte ortodosso e quelle della Luxemburg e dei teorici del circuito monetario sul fronte eterodosso. La tesi fondamentale che si vuole sostenere è che tale tipo di conclusione teorica è strettamente legata all’assunzione, più o meno esplicita, di due ordini di ipotesi fondamentali. Il primo è che risulti valida o la legge di Say o, in senso meno restrittivo, la legge di Walras o, in senso ancora più generale, una complementarità degli scambi all’interno del prodotto sociale. La seconda è che la moneta sia un “bene” particolare, cioè che abbia utilità solo ed esclusivamente come numerario e mezzo di scambio, che presenti costi di produzione nulli e che sia messa in circolazione in modo del tutto indipendente dalla quantità degli altri beni scambiati. Si pone inoltre in evidenza come questa impostazione teorica sia incompatibile non solo con una moneta che sia riserva di valore, ma anche con una moneta-merce, dotata di un valore di scambio intrinseco, o con una moneta endogena, strettamente connessa al ciclo del credito.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.