Il Mondo è un libro: visioni ispirate da "Le città invisibili" di Italo Calvino. «Non c’è uomo completo se non colui che ha viaggiato molto, che ha cambiato venti volte la forma del suo pensiero e della sua vita. Le abitudini limitate e uniformi che l’uomo prende nella vita ordinaria e nella monotonia della patria sono dei modelli che rimpiccioliscono tutto. Studiare i secoli nella storia, gli uomini nei viaggi e Dio nella natura è la vera scuola. Apriamo il libro dei libri, viviamo, viaggiamo: il mondo è un libro di cui a ogni passo si volta pagina: colui che non ha letto che una, cosa sa? ». (A.-M.L. Lamartine, 1820) I luoghi immaginari sono meglio conosciuti nella mitologia e nelle opere di narrativa, dove sono creati come parte di un universo immaginario, con informazioni sulla loro storia passata ed attuale, in questo contesto un mondo immaginario potrebbe essere un mondo costruito con uno scopo preciso o creato per il divertimento personale, oppure può emergere naturalmente dalla narrazione della nostra mente: i ricordi, le prefigurazioni si accavallano e generano mondi nuovi . Un esempio dell'ambizione ideale lo si ritrova nel Libro della Genesi, in cui la metafora biblica della Torre di Babele assume l'aspirazione dell'uomo a uno spazio abitativo la cui struttura riflette una forte carica utopica e ideale; ben presto, nella storia dell'uomo, questa aspirazione assume il carattere di una riflessione teorica, declinata in chiave di “Utopia filosofica” e l’idealismo di Platone ne è la più chiara espressione. Egli fa delle annotazioni estetiche sullo schema urbano, definendo inopportuna l’assoluta regolarità. Spesso proprio questa necessità di ritrovarsi in luoghi utopici, in luoghi nei quali ci si vuole riconosce, ha spinto noi architetti ad immaginare città, architetture ideali e a renderle palesi attraverso i nostri disegni. Quando Sant’Elia disegna i suoi progetti visionari e monumentali non fa altro che immaginare, anticipare, prefigurare una “città nuova”; gli avveniristici disegni, che in molti casi hanno precorso alcuni esiti dell’architettura del dopoguerra, contengono molti dei sogni dell’autore. Il desiderio di fuggire dal mondo reale, il farsi affascinare da realtà nuove o il rimandare la memoria a luoghi della vita vissuta con un distacco emotivo, possono essere solo alcuni degli spunti per avere voglia di disegnare, di schizzare sul taccuino. Quando le immagini si confondono nella memoria generano spesso interessanti creazioni, la sovrapposizione dei ricordi compone visioni assolutamente uniche e irripetibili, ed è proprio questo il momento più interessante per prendere appunti grafici. In quel preciso momento lo schizzo conterrà in sé tutto l’immaginario, sarà libero, senza alcuna costrizione ne geometrica ne compositiva; potrà materializzare sul foglio ogni tipo di pensiero. La mano dunque, percorrerà il foglio velocemente, senza timore, tracciando con forza e decisione i tratti di una realtà nascosta, “immaginaria”, si soffermerà nell’appuntare particolari inesistenti e sorvolerà su altri. …"L'atlante del Gran Kan contiene anche le carte delle terre promesse visitate nel pensiero ma non ancora scoperte o fondate: La Nuova Atlantide, Utopia, Oceania […]" (Italo Calvino)
Cianci, M.G., Calisi, D. (2014). Il Mondo è un libro: visioni ispirate da "Le città invisibili" di Italo Calvino.. In El Dibujo de Viaje de los Arquitectos (pp.751-759). LAS PALMAS DE GRAN CANARIA : Universidad de Las Palmas de Gran Canaria.
Il Mondo è un libro: visioni ispirate da "Le città invisibili" di Italo Calvino.
CIANCI, MARIA GRAZIA;CALISI D.
2014-01-01
Abstract
Il Mondo è un libro: visioni ispirate da "Le città invisibili" di Italo Calvino. «Non c’è uomo completo se non colui che ha viaggiato molto, che ha cambiato venti volte la forma del suo pensiero e della sua vita. Le abitudini limitate e uniformi che l’uomo prende nella vita ordinaria e nella monotonia della patria sono dei modelli che rimpiccioliscono tutto. Studiare i secoli nella storia, gli uomini nei viaggi e Dio nella natura è la vera scuola. Apriamo il libro dei libri, viviamo, viaggiamo: il mondo è un libro di cui a ogni passo si volta pagina: colui che non ha letto che una, cosa sa? ». (A.-M.L. Lamartine, 1820) I luoghi immaginari sono meglio conosciuti nella mitologia e nelle opere di narrativa, dove sono creati come parte di un universo immaginario, con informazioni sulla loro storia passata ed attuale, in questo contesto un mondo immaginario potrebbe essere un mondo costruito con uno scopo preciso o creato per il divertimento personale, oppure può emergere naturalmente dalla narrazione della nostra mente: i ricordi, le prefigurazioni si accavallano e generano mondi nuovi . Un esempio dell'ambizione ideale lo si ritrova nel Libro della Genesi, in cui la metafora biblica della Torre di Babele assume l'aspirazione dell'uomo a uno spazio abitativo la cui struttura riflette una forte carica utopica e ideale; ben presto, nella storia dell'uomo, questa aspirazione assume il carattere di una riflessione teorica, declinata in chiave di “Utopia filosofica” e l’idealismo di Platone ne è la più chiara espressione. Egli fa delle annotazioni estetiche sullo schema urbano, definendo inopportuna l’assoluta regolarità. Spesso proprio questa necessità di ritrovarsi in luoghi utopici, in luoghi nei quali ci si vuole riconosce, ha spinto noi architetti ad immaginare città, architetture ideali e a renderle palesi attraverso i nostri disegni. Quando Sant’Elia disegna i suoi progetti visionari e monumentali non fa altro che immaginare, anticipare, prefigurare una “città nuova”; gli avveniristici disegni, che in molti casi hanno precorso alcuni esiti dell’architettura del dopoguerra, contengono molti dei sogni dell’autore. Il desiderio di fuggire dal mondo reale, il farsi affascinare da realtà nuove o il rimandare la memoria a luoghi della vita vissuta con un distacco emotivo, possono essere solo alcuni degli spunti per avere voglia di disegnare, di schizzare sul taccuino. Quando le immagini si confondono nella memoria generano spesso interessanti creazioni, la sovrapposizione dei ricordi compone visioni assolutamente uniche e irripetibili, ed è proprio questo il momento più interessante per prendere appunti grafici. In quel preciso momento lo schizzo conterrà in sé tutto l’immaginario, sarà libero, senza alcuna costrizione ne geometrica ne compositiva; potrà materializzare sul foglio ogni tipo di pensiero. La mano dunque, percorrerà il foglio velocemente, senza timore, tracciando con forza e decisione i tratti di una realtà nascosta, “immaginaria”, si soffermerà nell’appuntare particolari inesistenti e sorvolerà su altri. …"L'atlante del Gran Kan contiene anche le carte delle terre promesse visitate nel pensiero ma non ancora scoperte o fondate: La Nuova Atlantide, Utopia, Oceania […]" (Italo Calvino)I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.