Ohne die Farben des Lebens. Hegels Deutung der griechischen Skulptur

E’ noto quanto Hegel, in sintonia con le teorie di Winckelmann, lodi il bianco immacolato e puro delle sculture greche, che sarà poi clamorosamente smentito dagli studi di autorevoli storici dell’arte successivi. Tuttavia è un pregiudizio ancora piuttosto diffuso e difficile da estirpare quello che tende a motivare tale equivoco con l’obnubilazione dell’accanito classicista e con l’ignoranza di documentazione sugli studi dedicati ad indagare la ricchezza policromatica dell’arte greca che si stavano diffondendo nella prima metà dell’Ottocento. L’intento di questo saggio risiede nel mostrare come in una fase di incertezza, Hegel rifiutasse radicalmente la policromia non per disinformazione ma come espressione inadeguata al concetto di scultura quale materializzazione di ciò che è eterno e sostanziale, ossia delle variegate divinità del politeistico pantheon greco.