Elemento basale e strutturale per la costruzione delle ecoreti è l’analisi faunistica e delle comunità animali, così come quella floristica e vegetazionale. La ricerca di base in campo ecologico e, nello specifico, quella zoologica, apporta oltre al contributoconoscitivo intrinseco, anche quello descrittivo ed interpretativo, in termini di funzionalità, imprescindibilinella caratterizzazione del territorio in vista di interventi progettuali di pianificazione e di gestione. La redazione di reti ecologiche non può prescindere dalla presenza di operatori specialisti, quali zoologi fauniri ed ecologi animali, e non può essere delegata ad altre professionalità. Un altro passo da effettuare è di superare l’attuale scollegamento tra la costruzione di reti potenziali e di reti effettive. I dati di presenza attuale e pregressa delle specie animali, così come l’analisi della “crono-corologia” delle popolazioni e delle specie, tramite la costruzione di data-base, devono essere interfacciati, attraverso sistemi GIS, con le informazioniambientali, presenti e “storiche”, che definiscono le idoneità ambientali per le popolazioni, le specie, le guild. La relazione tra idoneità ambientale e la presenza reale della fauna in un’area, produce le due principali proprietà di una rete ecologica: la sua potenzialità e la sua effettività, identificata nella reale presenza degli elementi faunistici sul territorio. Operativamente conviene operare su: (a) taxocenosi, comunità di gruppi tassonomici selezionati in base al loro ruolo ecologico, alla disponibilità di tassonomi o alla facilità di riconoscimento; (b) “guilds”, vale a dire insiemi di specie legate da valenze ecologiche comuni per undeterminato ecosistema; (c) specie campione, stenoecie o minacciate, che permettano in tempi e con sforzi ragionevoli, di individuare i problemi funzionali dell’area in esame, nonché di formulare ipotesi gestionali, soprattutto in una fase preliminared’indagine.
Bologna, M.A., Vignoli, L. (2005). Il ruolo degli studi zoologici di campo e degli atlanti faunistici nella definizione delle reti ecologiche. In Atti Convegno “Ecoregioni e reti Ecologiche: la pianificazione incontra la conservazione”, Roma, 27-28 maggio 2004 (pp.29-30). Roma : non disponibile.
Il ruolo degli studi zoologici di campo e degli atlanti faunistici nella definizione delle reti ecologiche
BOLOGNA, Marco Alberto;VIGNOLI, LEONARDO
2005-01-01
Abstract
Elemento basale e strutturale per la costruzione delle ecoreti è l’analisi faunistica e delle comunità animali, così come quella floristica e vegetazionale. La ricerca di base in campo ecologico e, nello specifico, quella zoologica, apporta oltre al contributoconoscitivo intrinseco, anche quello descrittivo ed interpretativo, in termini di funzionalità, imprescindibilinella caratterizzazione del territorio in vista di interventi progettuali di pianificazione e di gestione. La redazione di reti ecologiche non può prescindere dalla presenza di operatori specialisti, quali zoologi fauniri ed ecologi animali, e non può essere delegata ad altre professionalità. Un altro passo da effettuare è di superare l’attuale scollegamento tra la costruzione di reti potenziali e di reti effettive. I dati di presenza attuale e pregressa delle specie animali, così come l’analisi della “crono-corologia” delle popolazioni e delle specie, tramite la costruzione di data-base, devono essere interfacciati, attraverso sistemi GIS, con le informazioniambientali, presenti e “storiche”, che definiscono le idoneità ambientali per le popolazioni, le specie, le guild. La relazione tra idoneità ambientale e la presenza reale della fauna in un’area, produce le due principali proprietà di una rete ecologica: la sua potenzialità e la sua effettività, identificata nella reale presenza degli elementi faunistici sul territorio. Operativamente conviene operare su: (a) taxocenosi, comunità di gruppi tassonomici selezionati in base al loro ruolo ecologico, alla disponibilità di tassonomi o alla facilità di riconoscimento; (b) “guilds”, vale a dire insiemi di specie legate da valenze ecologiche comuni per undeterminato ecosistema; (c) specie campione, stenoecie o minacciate, che permettano in tempi e con sforzi ragionevoli, di individuare i problemi funzionali dell’area in esame, nonché di formulare ipotesi gestionali, soprattutto in una fase preliminared’indagine.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.