L’introduzione di specie animali e la transfaunazione costituiscono attualmente una grave minaccia per le specie autoctone, seconda solo alla distruzione degli habitat. In questo contesto, bene si inserisce l’attuale situazione, riscontrata negli ultimi anni nei sistemi idrici del Lazio, relativa alla presenza dei decapodi dulcacquicoli alloctoni Procambarus clarkii, Orconectes limosus (cambaridi originari del Nord America) e Astacus leptodactylus (astacide proveniente dall’Europa orientale). Lo studio della distribuzione nel territorio regionale ha permesso di mettere in evidenza alcune differenze relative alla presenza delle tre specie in esame: Orconectes limosus ed Astacus leptodactylus si trovano solo in alcune aree circoscritte, puntiformi; Procambarus clarkii, invece, ha una distribuzione molto più ampia nel territorio regionale. Questa ricerca ha confermato la notevole plasticità ecologica la forte capacità invasiva e di adattamento ai nuovi ambienti, grazie al rapido accrescimento, allo sfruttamento delle risorse trofiche più svariate ed alla frequenza ed ampiezza dei periodi riproduttivi. Questo può creare un disequilibrio all’interno dell’ecosistema portando a danni irreversibili, non solo di natura ecologica ma in qualche caso anche di natura economica (più facile ed immediata da rilevare). Pertanto, è possibile indicare alcune linee guida relative alle attività di gestione nell’area presa in esame. L’eradicazione di Procambarus clarkii sembra essere un intervento di difficile attuazione data la sua presenza e le continue segnalazioni fornite da persone di diversa estrazione (ricercatori, pescatori professionisti e sportivi, appassionati, etc.), in particolare nel reticolo idrico dell’agro pontino, intricato sistema di irrigazioni di campi agricoli. Un’attività di contenimento che preveda uno sforzo in campo da parte di tutti gli enti predisposti alla salvaguardia dell’ambiente è comunque auspicabile. Per le altre due specie, la loro presenza limitata fa della eradicazione un intervento più facilmente attuabile. In ogni caso, deve essere evitata la diffusione di queste specie, fenomeno continuamente mantenuto soprattutto dalla loro commercializzazione. Ciò può avvenire sensibilizzando l’opinione pubblica, effettuando un costante controllo sull’intero territorio, incrementando la ricerca di base e supportando tali sforzi con una legislazione adeguata, in grado di regolamentare l’introduzione ed il trattamento delle specie aliene, normativa che al momento non risulta soddisfacente.
Chiesa, S., Scalici, M., Gibertini, G. (2005). Occurrence of allochthonous freshwater crayfishes in Latium (Central Italy). In European crayfish as heritage species – linking research and management strategies to conservation and socio-economics. Firenze, Italia. May 2-5, 2005 (pp.68). Firenze : Università di Firenze.
Occurrence of allochthonous freshwater crayfishes in Latium (Central Italy)
CHIESA, STEFANIA;SCALICI, MASSIMILIANO;GIBERTINI, Giancarlo
2005-01-01
Abstract
L’introduzione di specie animali e la transfaunazione costituiscono attualmente una grave minaccia per le specie autoctone, seconda solo alla distruzione degli habitat. In questo contesto, bene si inserisce l’attuale situazione, riscontrata negli ultimi anni nei sistemi idrici del Lazio, relativa alla presenza dei decapodi dulcacquicoli alloctoni Procambarus clarkii, Orconectes limosus (cambaridi originari del Nord America) e Astacus leptodactylus (astacide proveniente dall’Europa orientale). Lo studio della distribuzione nel territorio regionale ha permesso di mettere in evidenza alcune differenze relative alla presenza delle tre specie in esame: Orconectes limosus ed Astacus leptodactylus si trovano solo in alcune aree circoscritte, puntiformi; Procambarus clarkii, invece, ha una distribuzione molto più ampia nel territorio regionale. Questa ricerca ha confermato la notevole plasticità ecologica la forte capacità invasiva e di adattamento ai nuovi ambienti, grazie al rapido accrescimento, allo sfruttamento delle risorse trofiche più svariate ed alla frequenza ed ampiezza dei periodi riproduttivi. Questo può creare un disequilibrio all’interno dell’ecosistema portando a danni irreversibili, non solo di natura ecologica ma in qualche caso anche di natura economica (più facile ed immediata da rilevare). Pertanto, è possibile indicare alcune linee guida relative alle attività di gestione nell’area presa in esame. L’eradicazione di Procambarus clarkii sembra essere un intervento di difficile attuazione data la sua presenza e le continue segnalazioni fornite da persone di diversa estrazione (ricercatori, pescatori professionisti e sportivi, appassionati, etc.), in particolare nel reticolo idrico dell’agro pontino, intricato sistema di irrigazioni di campi agricoli. Un’attività di contenimento che preveda uno sforzo in campo da parte di tutti gli enti predisposti alla salvaguardia dell’ambiente è comunque auspicabile. Per le altre due specie, la loro presenza limitata fa della eradicazione un intervento più facilmente attuabile. In ogni caso, deve essere evitata la diffusione di queste specie, fenomeno continuamente mantenuto soprattutto dalla loro commercializzazione. Ciò può avvenire sensibilizzando l’opinione pubblica, effettuando un costante controllo sull’intero territorio, incrementando la ricerca di base e supportando tali sforzi con una legislazione adeguata, in grado di regolamentare l’introduzione ed il trattamento delle specie aliene, normativa che al momento non risulta soddisfacente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.