Lo studio mostra per quali complesse ragioni storico-culturali la rappresentazione della società tedesca nel romanzo, ancora in pieno Ottocento, si confronti sempre di nuovo con lo scenario apparentemente anacronistico del feudo, variamente insidiato dalle mire degli industriali borghesi. La tesi è che il motivo della terra ereditaria dei nobili tedeschi, fin dal Wilhelm Meister di Goethe, si presenta come cruciale luogo della memoria collettiva nel quale si sedimentano esemplarmente, per un verso, l'idea pantedesca del Sacro Romano Impero 'coacervo di territori vanificato nell'età napoleonica ma persistente come fantasma identitario nei valori del localismo' e, per un altro verso, la tradizione neoumanistica della Bildung risalente al classicismo weimariano, ricca di metafore della coltivazione e tradizionalmente alleata con la feudalità illuminata. La rimitizzazione estetica della nobiltà terriera, mentre risponde a un bisogno di 'poesia' nella 'prosa' della modernità, corrisponde a una precisa strategia di rilegittimazione culturale dell'aristocrazia stessa che si salda al discorso sul Volk valorizzando in particolare il 'capitale simbolico' della proprietà terriera. Tutto ciò viene verificato con un'analisi approfondita del romanzo Die Epigonen (Gli epigoni, 1835) di Karl Immerman, il più importante romanzo tedesco nell'epoca della Restaurazione, che ricompone l'esperienza della dissoluzione post-idealistica del soggetto proprio riferendosi simbolicamente alla proprietà terriera nobiliare insidiata dalle industrie.
Sampaolo, G. (2006). La memoria devastata: il parco nobiliare nel romanzo tedesco dell'Ottocento ( Immermann, "Die Epigonen").. In Riscritture dell'Eden. il giardino nell'immaginazione letteraria dell'Occidente (pp.35-84). Venezia : Mazzanti.
La memoria devastata: il parco nobiliare nel romanzo tedesco dell'Ottocento ( Immermann, "Die Epigonen").
SAMPAOLO, GIOVANNI
2006-01-01
Abstract
Lo studio mostra per quali complesse ragioni storico-culturali la rappresentazione della società tedesca nel romanzo, ancora in pieno Ottocento, si confronti sempre di nuovo con lo scenario apparentemente anacronistico del feudo, variamente insidiato dalle mire degli industriali borghesi. La tesi è che il motivo della terra ereditaria dei nobili tedeschi, fin dal Wilhelm Meister di Goethe, si presenta come cruciale luogo della memoria collettiva nel quale si sedimentano esemplarmente, per un verso, l'idea pantedesca del Sacro Romano Impero 'coacervo di territori vanificato nell'età napoleonica ma persistente come fantasma identitario nei valori del localismo' e, per un altro verso, la tradizione neoumanistica della Bildung risalente al classicismo weimariano, ricca di metafore della coltivazione e tradizionalmente alleata con la feudalità illuminata. La rimitizzazione estetica della nobiltà terriera, mentre risponde a un bisogno di 'poesia' nella 'prosa' della modernità, corrisponde a una precisa strategia di rilegittimazione culturale dell'aristocrazia stessa che si salda al discorso sul Volk valorizzando in particolare il 'capitale simbolico' della proprietà terriera. Tutto ciò viene verificato con un'analisi approfondita del romanzo Die Epigonen (Gli epigoni, 1835) di Karl Immerman, il più importante romanzo tedesco nell'epoca della Restaurazione, che ricompone l'esperienza della dissoluzione post-idealistica del soggetto proprio riferendosi simbolicamente alla proprietà terriera nobiliare insidiata dalle industrie.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.