lo studio si pone, con riferimento alle medie imprese industriali italiane dell'universo censito da Mediobanca-Unioncamere,appartenenti ai settori macchine,elettromeccanica e TAC(tessile abbigliamento e cuoio)per un totale di 1459imprese nel periodo 2000-2002, i seguenti obiettiva:a) analizzare i caratteri salienti della struttura proprietaria,di governance e finanziaria, cercando di individuare le mappe proprietà-governance-struttura finanziaria più frequentemente riscontrabili(architetture finanziarie à la Myers)b) evidenziare i legami tra architetture finanziarie e comportamenti di risk-taking assunti nelle scelte di gestione con riferimento alle strategie di innovazione e di internazionalizzazionec) verificare l'effetto dell'appartenenza distrettuale su architetture finanziarie e assunzione del rischio( le MI analizzate hanno una forte connotazione distrettuale)Le MI industriali italiane (società di capitale con addetti compresi tra50 e 499 e fatturato tra 13 e 260 milioni di euro)censite da Mediobanca-Unioncamere sono imprese redditizie,che crescono,esportano,fanno innovazione, pur operando prevalentemente nei settori tradizionali del Made in Italy. il concetto di 2architettura finanziaria" àla Myers(Myers 1999)sembra, nel caso delle MI,particolarmente adatto a cogliere i legami tra proprietà,struttura di governance e struttura finanziaria.La media dimensione rapprensenta, infatti,da un lato, un range abbastanza ampio da consentire una certa varietà di strutture proprietarie e di governance, e dall'altro,è una dimensione che mantiene rilevante il rapporto tra governance e caratteri personali, socio-culturali,valori familiari-imprenditoriali-reputazionali della proprietà anche in considerazione dell'origine di expiccola impresa prevalente tra le MI(nel quadriennio 1998-2002, 1631 expiccole contro solo 53 exgrandi(Mediobanca-Unioncamere)). I profili di architettura finanziaria influenzano i comportamenti di risk-taking da parte delle imprese nelle strategie di gestione. L'evidenza empirica che emerge dallo studio,con riferimento all'innovazione di prodotto(registrazione all'EPO di brevetti nel quinquennio 1999-2003)e con riferimento all'internazionalizzazione(1002 MI non distrettuali,di cui l'89% vende in mercati esteri e il 62% ha un fatturato estero superiore ad un terzo)mostra strategie maggiormente aggressive e proattive da parte di imprese con architetture finanziarie caratterizzate da:- assetto di controllo certo:l'azionista di controllo si identifica con l'impresa(nome/reputazione/legittimazione, propri e/o della famiglia)ha orientamento di l/t e altruism(rischi e risultati delle scelte di gestione sono a lui univocamente riconducibili)- ruolo di resurces provision del cda(il board capital di Hillman-Dalziel(2003)). cda numerosi. cda aperti a soggetti non azionisti. composizione variegata del cda, donne e giovani generazioni, maggiormente risk-taking. ruoli manageriali a soggetti estranei al cda e alla proprietà- media strutturazione dei processi decisionali,che riduce il centralismo decisionale e lo status-quo defensivness(fuonder-CEO duality)del proprietario di maggioranza, esplicitando e formalizzando ruoli e fasi del processo decisionale, ma mantiene efficienza e flessibilità decisionale.evidenza analogo si rilevacon riferimento all'internazionalizzazione,misurata dall'incidenza del fatturato estero.

Aguiari, R., Venanzi, D. (2006). architettura finanziaria,rischio e effetto distretto nelle medie imprese industriali italiane. In finanza ed industria in Italia:ripensare la corporate governance e i rapporti tra banche, imprese e risparmiatoriper lo sviluppo della competitività- Atti del 29° Convegno Aidea (pp.15). Bologna : Il Mulino.

architettura finanziaria,rischio e effetto distretto nelle medie imprese industriali italiane

AGUIARI, Roberto;VENANZI, Daniela
2006-01-01

Abstract

lo studio si pone, con riferimento alle medie imprese industriali italiane dell'universo censito da Mediobanca-Unioncamere,appartenenti ai settori macchine,elettromeccanica e TAC(tessile abbigliamento e cuoio)per un totale di 1459imprese nel periodo 2000-2002, i seguenti obiettiva:a) analizzare i caratteri salienti della struttura proprietaria,di governance e finanziaria, cercando di individuare le mappe proprietà-governance-struttura finanziaria più frequentemente riscontrabili(architetture finanziarie à la Myers)b) evidenziare i legami tra architetture finanziarie e comportamenti di risk-taking assunti nelle scelte di gestione con riferimento alle strategie di innovazione e di internazionalizzazionec) verificare l'effetto dell'appartenenza distrettuale su architetture finanziarie e assunzione del rischio( le MI analizzate hanno una forte connotazione distrettuale)Le MI industriali italiane (società di capitale con addetti compresi tra50 e 499 e fatturato tra 13 e 260 milioni di euro)censite da Mediobanca-Unioncamere sono imprese redditizie,che crescono,esportano,fanno innovazione, pur operando prevalentemente nei settori tradizionali del Made in Italy. il concetto di 2architettura finanziaria" àla Myers(Myers 1999)sembra, nel caso delle MI,particolarmente adatto a cogliere i legami tra proprietà,struttura di governance e struttura finanziaria.La media dimensione rapprensenta, infatti,da un lato, un range abbastanza ampio da consentire una certa varietà di strutture proprietarie e di governance, e dall'altro,è una dimensione che mantiene rilevante il rapporto tra governance e caratteri personali, socio-culturali,valori familiari-imprenditoriali-reputazionali della proprietà anche in considerazione dell'origine di expiccola impresa prevalente tra le MI(nel quadriennio 1998-2002, 1631 expiccole contro solo 53 exgrandi(Mediobanca-Unioncamere)). I profili di architettura finanziaria influenzano i comportamenti di risk-taking da parte delle imprese nelle strategie di gestione. L'evidenza empirica che emerge dallo studio,con riferimento all'innovazione di prodotto(registrazione all'EPO di brevetti nel quinquennio 1999-2003)e con riferimento all'internazionalizzazione(1002 MI non distrettuali,di cui l'89% vende in mercati esteri e il 62% ha un fatturato estero superiore ad un terzo)mostra strategie maggiormente aggressive e proattive da parte di imprese con architetture finanziarie caratterizzate da:- assetto di controllo certo:l'azionista di controllo si identifica con l'impresa(nome/reputazione/legittimazione, propri e/o della famiglia)ha orientamento di l/t e altruism(rischi e risultati delle scelte di gestione sono a lui univocamente riconducibili)- ruolo di resurces provision del cda(il board capital di Hillman-Dalziel(2003)). cda numerosi. cda aperti a soggetti non azionisti. composizione variegata del cda, donne e giovani generazioni, maggiormente risk-taking. ruoli manageriali a soggetti estranei al cda e alla proprietà- media strutturazione dei processi decisionali,che riduce il centralismo decisionale e lo status-quo defensivness(fuonder-CEO duality)del proprietario di maggioranza, esplicitando e formalizzando ruoli e fasi del processo decisionale, ma mantiene efficienza e flessibilità decisionale.evidenza analogo si rilevacon riferimento all'internazionalizzazione,misurata dall'incidenza del fatturato estero.
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Aguiari, R., Venanzi, D. (2006). architettura finanziaria,rischio e effetto distretto nelle medie imprese industriali italiane. In finanza ed industria in Italia:ripensare la corporate governance e i rapporti tra banche, imprese e risparmiatoriper lo sviluppo della competitività- Atti del 29° Convegno Aidea (pp.15). Bologna : Il Mulino.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/271921
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