Il volume raccoglie i risultati di una ricerca del CREI dell'Università Roma Tre sulla "Legge di Stabilità e la politica economica in Italia" svolta da Carmela D'Apice, Maurizio Franzini, Cosimo Magazzino, Salvatore Monni, Alessandro Petretto, Gian Cesare Romagnoli e Gaetana Trupiano. La Legge di Stabilità ha sostituito la Legge Finanziaria dal 2010, all'inizio della crisi dei debiti sovrani europei. Nel 2011 il governo di Mario Monti ha dovuto affrontare sfide molto difficili: uno spread tra Bund tedeschi e Btp italiani decennali oltre i 500 punti base, il terzo rapporto debito pubblico/Pil del mondo, i vincoli di finanza pubblica dettati dalla nuova governance europea, la pressione da parte delle agenzie di rating su titoli di stato e sistema bancario, una crisi di produttività ultra-decennale, un'evasione fiscale endemica e una instabilità politica di fondo. La stella polare dell'esecutivo è stata quella di raccogliere la dura sfida del consolidamento dei conti pubblici nonostante una recessione persistente e una disoccupazione giovanile inaccettabile. Ma gli strumenti scelti per cercare di conseguire gli obiettivi sembrano essere stati, almeno in parte, mal selezionati e discutibili in termini redistributivi. Inoltre, l'austerità voluta dall'esecutivo è stata restrittiva perché si è quasi totalmente concentrata sul versante delle entrate, mentre il contributo al risanamento dei conti pubblici avrebbe dovuto agire su entrambi i fronti, aprendo la strada a un'austerità espansiva, con la riduzione del cuneo fiscale. Anche nella Legge di Stabilità per il 2013, le semplificazioni, le liberalizzazioni, le privatizzazioni, una minore tassazione del lavoro, una riforma delle relazioni finanziarie intergovernative, l'abbandono dell'universalismo delle prestazioni, sono rimasti sullo sfondo. L'auspicio è che il nuovo governo possa trarre utili elementi di riflessione da questa ricerca.

Magazzino, C., Romagnoli, G.C. (2013). Premessa, 365.1031, 9-10.

Premessa

MAGAZZINO, COSIMO;ROMAGNOLI, Gian Cesare
2013-01-01

Abstract

Il volume raccoglie i risultati di una ricerca del CREI dell'Università Roma Tre sulla "Legge di Stabilità e la politica economica in Italia" svolta da Carmela D'Apice, Maurizio Franzini, Cosimo Magazzino, Salvatore Monni, Alessandro Petretto, Gian Cesare Romagnoli e Gaetana Trupiano. La Legge di Stabilità ha sostituito la Legge Finanziaria dal 2010, all'inizio della crisi dei debiti sovrani europei. Nel 2011 il governo di Mario Monti ha dovuto affrontare sfide molto difficili: uno spread tra Bund tedeschi e Btp italiani decennali oltre i 500 punti base, il terzo rapporto debito pubblico/Pil del mondo, i vincoli di finanza pubblica dettati dalla nuova governance europea, la pressione da parte delle agenzie di rating su titoli di stato e sistema bancario, una crisi di produttività ultra-decennale, un'evasione fiscale endemica e una instabilità politica di fondo. La stella polare dell'esecutivo è stata quella di raccogliere la dura sfida del consolidamento dei conti pubblici nonostante una recessione persistente e una disoccupazione giovanile inaccettabile. Ma gli strumenti scelti per cercare di conseguire gli obiettivi sembrano essere stati, almeno in parte, mal selezionati e discutibili in termini redistributivi. Inoltre, l'austerità voluta dall'esecutivo è stata restrittiva perché si è quasi totalmente concentrata sul versante delle entrate, mentre il contributo al risanamento dei conti pubblici avrebbe dovuto agire su entrambi i fronti, aprendo la strada a un'austerità espansiva, con la riduzione del cuneo fiscale. Anche nella Legge di Stabilità per il 2013, le semplificazioni, le liberalizzazioni, le privatizzazioni, una minore tassazione del lavoro, una riforma delle relazioni finanziarie intergovernative, l'abbandono dell'universalismo delle prestazioni, sono rimasti sullo sfondo. L'auspicio è che il nuovo governo possa trarre utili elementi di riflessione da questa ricerca.
2013
978-88-204-5550-7
Magazzino, C., Romagnoli, G.C. (2013). Premessa, 365.1031, 9-10.
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