Il Kairos, personificazione di un concetto che coagula in sé la simultaneità spazio-temporale, plasmato da Lisippo nel bronzo, mostra un fanciullo in punta di piedi sulla sfera, nudo, con ampie ali dorsali e coppie di ali alle caviglie, mentre è intento ad afferrare con la mano destra il rasoio, supporto dell’asse della bilancia, e a sfiorare con l’indice della sinistra uno dei piatti. Una lunga chioma discende sulla fronte, lasciando nudo l’occipite. La ricostruzione si fonda sulla collazione di testimonianze letterarie e figurative eterogenee per tipologia e cronologia che non sempre si corrispondono: dopo la menzione del bronzo a Costantinopoli nel Lauseion, se ne perdono infatti le tracce. Per questa via il Kairos viene acquistando un’immagine ambivalente che si dirama in direzioni diversificate e molteplici. Partendo da una miniatura in un manoscritto con testo di Giovanni Climaco, della fine dell'XI sec., Vat. Gr. 394, ff. 7, 12, dove la figura assume i contorni di Bios, nudo, in equilibrio su due ruote, e dalle gemme in cui invece si colora dei connotati della vecchiaia, la riflessione ne ripercorre, in un percorso a ritroso che non trascura attestazioni più tarde, spostamenti semantici, contaminazioni, interferenze e persistenze iconografiche e iconologiche, alla luce di un dialogo tra fonti scritte e fonti visive.

Latini, A. (In corso di stampa). Il tempo e l’“occasione”. Declinazioni e persistenze di un’immagine.. In Arti minori e Arti maggiori. Relazioni e interazioni tra Tarda Antichità e Alto Medioevo. Todi (PG) : TAU.

Il tempo e l’“occasione”. Declinazioni e persistenze di un’immagine.

LATINI, ALEXIA
In corso di stampa

Abstract

Il Kairos, personificazione di un concetto che coagula in sé la simultaneità spazio-temporale, plasmato da Lisippo nel bronzo, mostra un fanciullo in punta di piedi sulla sfera, nudo, con ampie ali dorsali e coppie di ali alle caviglie, mentre è intento ad afferrare con la mano destra il rasoio, supporto dell’asse della bilancia, e a sfiorare con l’indice della sinistra uno dei piatti. Una lunga chioma discende sulla fronte, lasciando nudo l’occipite. La ricostruzione si fonda sulla collazione di testimonianze letterarie e figurative eterogenee per tipologia e cronologia che non sempre si corrispondono: dopo la menzione del bronzo a Costantinopoli nel Lauseion, se ne perdono infatti le tracce. Per questa via il Kairos viene acquistando un’immagine ambivalente che si dirama in direzioni diversificate e molteplici. Partendo da una miniatura in un manoscritto con testo di Giovanni Climaco, della fine dell'XI sec., Vat. Gr. 394, ff. 7, 12, dove la figura assume i contorni di Bios, nudo, in equilibrio su due ruote, e dalle gemme in cui invece si colora dei connotati della vecchiaia, la riflessione ne ripercorre, in un percorso a ritroso che non trascura attestazioni più tarde, spostamenti semantici, contaminazioni, interferenze e persistenze iconografiche e iconologiche, alla luce di un dialogo tra fonti scritte e fonti visive.
In corso di stampa
Latini, A. (In corso di stampa). Il tempo e l’“occasione”. Declinazioni e persistenze di un’immagine.. In Arti minori e Arti maggiori. Relazioni e interazioni tra Tarda Antichità e Alto Medioevo. Todi (PG) : TAU.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/321789
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