Nella Catacomba di sant'Efebo, riscoperta nel 1931 da Antonio Bellucci sotto il convento dei Cappuccini di S. Eframo Vecchio, l'Ispettorato per le catacombe della Campania della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra ha intrapreso, a partire dal 2016, una campagna di scavo e restauro degli ambienti ipogei. In particolare, il restauro delle pitture conservate nell'ambiente B1, già note al Bellucci ma completamente ricoperte di sali, che le rendevano illeggibili, ha permesso di definire le diverse fasi decorative che si snodano nel corso dei secoli. Dopo un primo intervento decorativo poco giudicabile, infatti, si può rintracciare una fase di V secolo, che può essere illuminata anche alla luce delle iscrizioni dipinte: commissionata da Agnese, infatti, è emersa la rappresentazione di un breve santorale composto da Prima, Efebo e Gennaro. La decorazione del soprarco, invece, propone, tra i due arcangeli Michele e Gabriele, ancora una rappresentazione di Santa Prima, in busto, da attribuire all'XI-XII secolo. L'analisi iconografica ed agiografica di questo gruppo di martiri permette di disegnare non solo le vie della devozione percorse dagli esuli africani scampati alle persecuzioni vandalo-ariane, ma anche di valorizzarne la continuità sino al pieno Medioevo.

Bisconti, F. (2018). Prime riflessioni sull'arcosolio dipinto della catacomba di Sant'Efebo a Napoli alla luce dei recenti restauri. In Il Mediterraneo fra Tarda Antichità e Medioevo: integrazione di culture, interscambi, pellegrinaggi (pp.45-61). San Vitaliano (Na) : Tavolario Edizioni.

Prime riflessioni sull'arcosolio dipinto della catacomba di Sant'Efebo a Napoli alla luce dei recenti restauri

Fabrizio Bisconti
2018-01-01

Abstract

Nella Catacomba di sant'Efebo, riscoperta nel 1931 da Antonio Bellucci sotto il convento dei Cappuccini di S. Eframo Vecchio, l'Ispettorato per le catacombe della Campania della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra ha intrapreso, a partire dal 2016, una campagna di scavo e restauro degli ambienti ipogei. In particolare, il restauro delle pitture conservate nell'ambiente B1, già note al Bellucci ma completamente ricoperte di sali, che le rendevano illeggibili, ha permesso di definire le diverse fasi decorative che si snodano nel corso dei secoli. Dopo un primo intervento decorativo poco giudicabile, infatti, si può rintracciare una fase di V secolo, che può essere illuminata anche alla luce delle iscrizioni dipinte: commissionata da Agnese, infatti, è emersa la rappresentazione di un breve santorale composto da Prima, Efebo e Gennaro. La decorazione del soprarco, invece, propone, tra i due arcangeli Michele e Gabriele, ancora una rappresentazione di Santa Prima, in busto, da attribuire all'XI-XII secolo. L'analisi iconografica ed agiografica di questo gruppo di martiri permette di disegnare non solo le vie della devozione percorse dagli esuli africani scampati alle persecuzioni vandalo-ariane, ma anche di valorizzarne la continuità sino al pieno Medioevo.
2018
978-88-6866-420-6
Bisconti, F. (2018). Prime riflessioni sull'arcosolio dipinto della catacomba di Sant'Efebo a Napoli alla luce dei recenti restauri. In Il Mediterraneo fra Tarda Antichità e Medioevo: integrazione di culture, interscambi, pellegrinaggi (pp.45-61). San Vitaliano (Na) : Tavolario Edizioni.
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