"Sizigias y cuadraturas lunares ajustadas al meridiano de Mérida de Yucatán por un anctítona o habitador de la Luna y dirigidas al Bachiller Don Ambrosio de Echeverría, entonador que ha sido de kyries funerales en la parroquia del Jesús de dicha ciudad y al presente profesor de logarítmica en el pueblo de Mama de la península de Yucatán; para el año del Señor 1775" rappresenta il primo testo di fantascienza della letteratura ispanoamericana e di tutte le lettere in lingua spagnola. Pubblicato in Messico nel 1775 da fra’ Manuel Antonio de Rivas sotto forma di epistola che un “anctítona” selenitico avrebbe inviato al bachiller Echeverría – probabile alter ego dell’autore – il racconto descrive l’avventura spaziale dello scienziato francese Onésimo Dutalón che, animato dal desiderio di compiere un “viaje literario”, approda sulla superficie lunare a bordo della sua macchina volante. Il “terrícola” giunge proprio durante il congresso di esperti in storia del globo terracqueo che il Presidente dell’Ateneo lunare ha convocato per rispondere alla lettera anonima arrivata dalla terra, attraverso mezzi misteriosi, in cui uno sconosciuto “atisbador de los movimientos lunares” li omaggia con un approfondito studio sulle loro sizigias y cuadraturas. Dopo aver esposto all’Assemblea le sue scoperte, Dutalón riceve il permesso di visitare il globo e il Presidente gli descrive quale sia il miglior itinerario da percorrere sulla base di accurati calcoli matematici. Durante i quattro mesi di esplorazione del “terrícola”, gli eruditi dell’Ateneo studiano la velocità del movimento terrestre della regione dello Yucatán giungendo a un’incredibile scoperta: data la vorticosa rotazione in corrispondenza della città di Mérida, appare loro del tutto miracoloso che i suoi abitanti non siano schizzati via dall’atmosfera messicana. Comprendono, dunque, che è proprio a causa della tremenda vertigine se i peninsulari di quel parallelo hanno perso la facoltà di raziocinio, cadendo vittime di perfidia, avidità e ogni genere di vizio e immoralità. Il viaggio interstellare di Rivas, che allude alla tradizione precedente degli allunaggi letterari di Luciano di Samosata (II sec. d.C.), di Keplero (1634) e di Bergerac (1657), rappresenta in realtà un arguto stratagemma parodico che si fa scherno della comunità francescana yucateca che già nel 1773 aveva avanzato presso il Sant’Uffizio accuse di eresia contro il confratello, reo di comportamenti illeciti e vergognosi. Come per il viaggio di Astolfo, mandato sulla luna da Ariosto nel 1516 per recuperare il senno di Orlando, anche qui l’astro incostante, simbolo per antonomasia di status variabilis, diviene paradossalmente il luogo della riappropriazione della ratio. Dalla superficie lunare Rivas punta il dito contro intrighi, lussuria e corruzione ma a differenza di Dutalón, che preoccupato di finire al rogo per i suoi esperimenti si era rifugiato in Libia, a fra’ Manuel non basterà volare via dalla Terra per sottrarsi all’Inquisizione. E il processo che segue la pubblicazione del racconto ha dell’assurdo: se di fatto Rivas escogita una storia fantascientifica - che per definizione non aspira a una corrispondenza veridica con la realtà immanente e trascendente - per denunciare l’insensatezza dei suoi nemici, non solo viene processato per aver scritto un’opera inesatta nei suoi presupposti scientifici ma sarà poi assolto per la correttezza teologica del testo. Il vero carattere eretico di Sizigias y cuadraturas lunares, allora, non sarà da ricercarsi in una supposta rivoluzione astronomica quanto nell’architettura parodica che porta in scena, nelle fantasie spaziali dell’autore, il sovvertimento morale di un intero sistema di valori.

DI MATTEO, A. (2017). Dalla luna all’Inquisizione: Manuel Antonio de Rivas e il primo viaggio nello spazio della fantascienza americana. LETTERATURE D'AMERICA, 166-167, 5-35.

Dalla luna all’Inquisizione: Manuel Antonio de Rivas e il primo viaggio nello spazio della fantascienza americana

Angela Di Matteo
2017-01-01

Abstract

"Sizigias y cuadraturas lunares ajustadas al meridiano de Mérida de Yucatán por un anctítona o habitador de la Luna y dirigidas al Bachiller Don Ambrosio de Echeverría, entonador que ha sido de kyries funerales en la parroquia del Jesús de dicha ciudad y al presente profesor de logarítmica en el pueblo de Mama de la península de Yucatán; para el año del Señor 1775" rappresenta il primo testo di fantascienza della letteratura ispanoamericana e di tutte le lettere in lingua spagnola. Pubblicato in Messico nel 1775 da fra’ Manuel Antonio de Rivas sotto forma di epistola che un “anctítona” selenitico avrebbe inviato al bachiller Echeverría – probabile alter ego dell’autore – il racconto descrive l’avventura spaziale dello scienziato francese Onésimo Dutalón che, animato dal desiderio di compiere un “viaje literario”, approda sulla superficie lunare a bordo della sua macchina volante. Il “terrícola” giunge proprio durante il congresso di esperti in storia del globo terracqueo che il Presidente dell’Ateneo lunare ha convocato per rispondere alla lettera anonima arrivata dalla terra, attraverso mezzi misteriosi, in cui uno sconosciuto “atisbador de los movimientos lunares” li omaggia con un approfondito studio sulle loro sizigias y cuadraturas. Dopo aver esposto all’Assemblea le sue scoperte, Dutalón riceve il permesso di visitare il globo e il Presidente gli descrive quale sia il miglior itinerario da percorrere sulla base di accurati calcoli matematici. Durante i quattro mesi di esplorazione del “terrícola”, gli eruditi dell’Ateneo studiano la velocità del movimento terrestre della regione dello Yucatán giungendo a un’incredibile scoperta: data la vorticosa rotazione in corrispondenza della città di Mérida, appare loro del tutto miracoloso che i suoi abitanti non siano schizzati via dall’atmosfera messicana. Comprendono, dunque, che è proprio a causa della tremenda vertigine se i peninsulari di quel parallelo hanno perso la facoltà di raziocinio, cadendo vittime di perfidia, avidità e ogni genere di vizio e immoralità. Il viaggio interstellare di Rivas, che allude alla tradizione precedente degli allunaggi letterari di Luciano di Samosata (II sec. d.C.), di Keplero (1634) e di Bergerac (1657), rappresenta in realtà un arguto stratagemma parodico che si fa scherno della comunità francescana yucateca che già nel 1773 aveva avanzato presso il Sant’Uffizio accuse di eresia contro il confratello, reo di comportamenti illeciti e vergognosi. Come per il viaggio di Astolfo, mandato sulla luna da Ariosto nel 1516 per recuperare il senno di Orlando, anche qui l’astro incostante, simbolo per antonomasia di status variabilis, diviene paradossalmente il luogo della riappropriazione della ratio. Dalla superficie lunare Rivas punta il dito contro intrighi, lussuria e corruzione ma a differenza di Dutalón, che preoccupato di finire al rogo per i suoi esperimenti si era rifugiato in Libia, a fra’ Manuel non basterà volare via dalla Terra per sottrarsi all’Inquisizione. E il processo che segue la pubblicazione del racconto ha dell’assurdo: se di fatto Rivas escogita una storia fantascientifica - che per definizione non aspira a una corrispondenza veridica con la realtà immanente e trascendente - per denunciare l’insensatezza dei suoi nemici, non solo viene processato per aver scritto un’opera inesatta nei suoi presupposti scientifici ma sarà poi assolto per la correttezza teologica del testo. Il vero carattere eretico di Sizigias y cuadraturas lunares, allora, non sarà da ricercarsi in una supposta rivoluzione astronomica quanto nell’architettura parodica che porta in scena, nelle fantasie spaziali dell’autore, il sovvertimento morale di un intero sistema di valori.
2017
DI MATTEO, A. (2017). Dalla luna all’Inquisizione: Manuel Antonio de Rivas e il primo viaggio nello spazio della fantascienza americana. LETTERATURE D'AMERICA, 166-167, 5-35.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/348358
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