L’intervento intende dare un contributo per affrontare la ricostruzione dei centri storici dell’Italia Centrale devastati dagli ultimi eventi sismici del 2016 partendo da alcune esperienze positive (es. Venzone in Friuli) e sviluppaando un metodo per comprendere i caratteri identitari da conservare e/o restituire al fine di conservare nella sicurezza. Gli scenari che abbiamo di fronte sono sostanzialmente quattro: 1) Centri storici poco danneggiati dal sisma (Leonessa). E’ utile comprenderne le ragione: presenza di murature di buona qualità, di presidi di prevenzione sismica pre-moderna, di consolidamenti e messe in sicurezza efficaci dopo precedenti terremoti, e proporre modelli d’intervento in continuità per la prevenzione da futuri eventi. 2) Il caso limite opposto è Pescara del Tronto, sito per il quale, non essendo possibile la ricostruzione, si vuole assicurare una continuità storica attraverso una sistemazione definitiva che ne assicuri la valorizzazione della memoria urbana. 3) Altro scenario è quello dell’intervento di restauro, alla scala architettonica o urbana, per centri storici con danni puntuali o comunque piuttosto circoscritti e con pochi crolli, come Trisungo o Spelonga o Retrosi. 4) Infine lo scenario della ricostruzione di paesi come Arquata del Tronto che presentano una distruzione della quasi totalità dell’abitato. In questo caso ci si interroga su quali siano i caratteri fondativi imprescindibili (la scansione del tessuto, lo skyline, le percorrenze?) da conservare e riproporre per mantenere l’identità del luogo e come integrare questi con le nuove necessità, prime tra tutte quelle inerenti alla sicurezza (miglioramento strutturale, diradamento per la creazione di vie di esodo etc
Zampilli, M., Brunori, G. (2019). La ricostruzione: quando? come? Come affrontare la ricostruzione dei monumenti e dei centri storici dell’Italia centrale devastati dai terremoti del 2016. In Forme della tutela (pp.29-50). roma : Edizioni Efesto.
La ricostruzione: quando? come? Come affrontare la ricostruzione dei monumenti e dei centri storici dell’Italia centrale devastati dai terremoti del 2016
Zampilli Michele;Brunori Giulia
2019-01-01
Abstract
L’intervento intende dare un contributo per affrontare la ricostruzione dei centri storici dell’Italia Centrale devastati dagli ultimi eventi sismici del 2016 partendo da alcune esperienze positive (es. Venzone in Friuli) e sviluppaando un metodo per comprendere i caratteri identitari da conservare e/o restituire al fine di conservare nella sicurezza. Gli scenari che abbiamo di fronte sono sostanzialmente quattro: 1) Centri storici poco danneggiati dal sisma (Leonessa). E’ utile comprenderne le ragione: presenza di murature di buona qualità, di presidi di prevenzione sismica pre-moderna, di consolidamenti e messe in sicurezza efficaci dopo precedenti terremoti, e proporre modelli d’intervento in continuità per la prevenzione da futuri eventi. 2) Il caso limite opposto è Pescara del Tronto, sito per il quale, non essendo possibile la ricostruzione, si vuole assicurare una continuità storica attraverso una sistemazione definitiva che ne assicuri la valorizzazione della memoria urbana. 3) Altro scenario è quello dell’intervento di restauro, alla scala architettonica o urbana, per centri storici con danni puntuali o comunque piuttosto circoscritti e con pochi crolli, come Trisungo o Spelonga o Retrosi. 4) Infine lo scenario della ricostruzione di paesi come Arquata del Tronto che presentano una distruzione della quasi totalità dell’abitato. In questo caso ci si interroga su quali siano i caratteri fondativi imprescindibili (la scansione del tessuto, lo skyline, le percorrenze?) da conservare e riproporre per mantenere l’identità del luogo e come integrare questi con le nuove necessità, prime tra tutte quelle inerenti alla sicurezza (miglioramento strutturale, diradamento per la creazione di vie di esodo etcI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.