VII Congresso AIPP “Prevenzione e cura delle prime età della vita. Interventi precoci e nuovi servizi per la salute mentale” Verona 15 e 16 novembre 2019 Gli interventi precoci nel Disturbo Ossessivo-Compulsivo: il ruolo dei genitori quando insorgono i primi sintomi in età evolutiva Abstract Barbara Barcaccia1,2 1 Università degli Studi Roma Tre 2 Associazione di Psicologia Cognitiva APC-Scuola di Psicoterapia Cognitiva srl SPC Introduzione La maggior parte dei casi di DOC esordiscono in età evolutiva (Fineberg et al., 2013; Ruscio et al., 2010). Così come in relazione ai dati di prevalenza del DOC nella popolazione adulta, anche nel caso dell’infanzia i dati sono molto probabilmente sottostimati, in quanto i bambini, in particolare, spesso hanno difficoltà a spiegare agli adulti cosa stanno sperimentando, e tendono a tenere nascosti i propri sintomi (Rapoport et al., 2000). Inoltre, sia in età adulta che in età evolutiva, il tempo che trascorre tra l’insorgenza dei sintomi e la richiesta d’aiuto è significativamente più lungo rispetto ad altri disturbi mentali (Altamura et al., 2010). In età evolutiva la sintomatologia ossessivo-compulsiva ha di solito un impatto negativo sul rendimento scolastico, sulla puntualità e sulla frequenza scolastica, così come anche sul rapporto con i pari (Valderhaug & Ivarsson, 2005). Per quanto riguarda l’ambito familiare, i bambini spesso coinvolgono gli altri membri della famiglia nei loro rituali, di solito sotto forma di richiesta di rassicurazione (Rettew, Swedo, Leonard, Lenane, & Rapoport, 1992), e i genitori spesso hanno un ruolo attivo di “accomodamento” della sintomatologia, nel tentativo di placare l’ansia del bambino e anche la propria (Ereeman et al., 2003; Lenane, 1989; Leonard et al., 1989). In altri casi possono insorgere conflitti e scontri tra genitori e bambino. Un intervento precoce può aiutare il bambino a ridurre la sintomatologia e gli effetti negativi sulla qualità di vita, prima ancora che si siano stabilizzati dei pattern patologici (Choate-Summers et al., 2008). Infatti, è stato osservato che, malgrado le sfide che pone un esordio di sintomatologia ossessivo-compulsiva, ci sono buone speranze di intervenire per mitigare gli effetti dannosi del DOC sul funzionamento e la qualità di vita (Fineberg et al., 2019; Storch et al., 2018). Nel presente lavoro saranno illustrati gli interventi di psico-educazione che si possono effettuare con i genitori allo scopo di ridurre l’accomodamento ai rituali dei propri bambini, così come di mitigare il possibile conflitto derivante dai tentativi del genitore di “contenere” la sintomatologia compulsiva.
Barcaccia, B. (2019). Gli interventi precoci nel disturbo ossessivo-compulsivo: il ruolo dei genitori quando insorgono i primi sintomi in età evolutiva. In Prevenzione e cura nelle prime età della vita. Interventi precoci e nuovi servizi per la salute mentale (pp.86-86). Verona : Università di Verona.
Gli interventi precoci nel disturbo ossessivo-compulsivo: il ruolo dei genitori quando insorgono i primi sintomi in età evolutiva
Barbara Barcaccia
2019-01-01
Abstract
VII Congresso AIPP “Prevenzione e cura delle prime età della vita. Interventi precoci e nuovi servizi per la salute mentale” Verona 15 e 16 novembre 2019 Gli interventi precoci nel Disturbo Ossessivo-Compulsivo: il ruolo dei genitori quando insorgono i primi sintomi in età evolutiva Abstract Barbara Barcaccia1,2 1 Università degli Studi Roma Tre 2 Associazione di Psicologia Cognitiva APC-Scuola di Psicoterapia Cognitiva srl SPC Introduzione La maggior parte dei casi di DOC esordiscono in età evolutiva (Fineberg et al., 2013; Ruscio et al., 2010). Così come in relazione ai dati di prevalenza del DOC nella popolazione adulta, anche nel caso dell’infanzia i dati sono molto probabilmente sottostimati, in quanto i bambini, in particolare, spesso hanno difficoltà a spiegare agli adulti cosa stanno sperimentando, e tendono a tenere nascosti i propri sintomi (Rapoport et al., 2000). Inoltre, sia in età adulta che in età evolutiva, il tempo che trascorre tra l’insorgenza dei sintomi e la richiesta d’aiuto è significativamente più lungo rispetto ad altri disturbi mentali (Altamura et al., 2010). In età evolutiva la sintomatologia ossessivo-compulsiva ha di solito un impatto negativo sul rendimento scolastico, sulla puntualità e sulla frequenza scolastica, così come anche sul rapporto con i pari (Valderhaug & Ivarsson, 2005). Per quanto riguarda l’ambito familiare, i bambini spesso coinvolgono gli altri membri della famiglia nei loro rituali, di solito sotto forma di richiesta di rassicurazione (Rettew, Swedo, Leonard, Lenane, & Rapoport, 1992), e i genitori spesso hanno un ruolo attivo di “accomodamento” della sintomatologia, nel tentativo di placare l’ansia del bambino e anche la propria (Ereeman et al., 2003; Lenane, 1989; Leonard et al., 1989). In altri casi possono insorgere conflitti e scontri tra genitori e bambino. Un intervento precoce può aiutare il bambino a ridurre la sintomatologia e gli effetti negativi sulla qualità di vita, prima ancora che si siano stabilizzati dei pattern patologici (Choate-Summers et al., 2008). Infatti, è stato osservato che, malgrado le sfide che pone un esordio di sintomatologia ossessivo-compulsiva, ci sono buone speranze di intervenire per mitigare gli effetti dannosi del DOC sul funzionamento e la qualità di vita (Fineberg et al., 2019; Storch et al., 2018). Nel presente lavoro saranno illustrati gli interventi di psico-educazione che si possono effettuare con i genitori allo scopo di ridurre l’accomodamento ai rituali dei propri bambini, così come di mitigare il possibile conflitto derivante dai tentativi del genitore di “contenere” la sintomatologia compulsiva.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.