A livello internazionale molti studi sono stati stati diretti a focalizzare il problema del mancato successo accademico, del ritardo negli studi fino alla manifestazione di fenomeni di drop-out. Le interpretazioni via via avanzate per spiegare il fenomeno del rischio di drop-out, che risulta sempre molto diffuso nei vari Paesi, segnalano principalmente il ruolo dei fattori emotivi e sociali (Richardson, Abraham & Bond, 2012; Diseth & Kobbeltvedt, 2010; Heikkila, Niemivirta, Nieminen & Lonka, 2011; Biasi, Mallia, Menozzi & Patrizi, 2015; Burgalassi, Biasi, Capobianco & Moretti, 2016). In questo filone di ricerca, il presente contributo approfondisce il ruolo di specifiche variabili individuali come quelle motivazionali, la capacità di autoregolazione degli apprendimenti e, conseguentemente, i livelli di auto-efficacia sviluppati dallo studente nell’influenzare il successo o l’insuccesso accademico. Ci riferiamo in particolare al modello teorico dell’apprendimento auto-regolato di Pintrich (2004) secondo il quale sono le strategie cognitive e metacognitive che gli individui adottano a permettere loro di raggiungere gli obiettivi di apprendimento, intesi in termini di conoscenza, comprensione e abilità. Partendo da tale costrutto, le recenti indagini da noi condotte (Biasi, De Vincenzo & Patrizi, 2017) hanno evidenziato, attraverso modelli di regressione, il peso di alcuni fattori predittivi del rischio di drop-out degli studenti universitari, tra i quali sono risultati determinanti: una condizione di “amotivazione” allo studio specifico intrapreso, una inadeguata modalità di elaborazione cognitiva e una scarsa autoefficacia percepita.
Biasi, V., Patrizi, N., De Vincenzo, C. (2019). Autoregolazione dell’apprendimento e motivazione allo studio. Identificazione di fattori predittivi del rischio di drop-out. In G.C. V. Carbone (a cura di), Giornata della ricerca 2019 del Dipartimento di Scienze della Formazione (pp. 127-132). Roma : Roma TrE-Press.
Autoregolazione dell’apprendimento e motivazione allo studio. Identificazione di fattori predittivi del rischio di drop-out
Biasi V.;Patrizi N.;De Vincenzo C.
2019-01-01
Abstract
A livello internazionale molti studi sono stati stati diretti a focalizzare il problema del mancato successo accademico, del ritardo negli studi fino alla manifestazione di fenomeni di drop-out. Le interpretazioni via via avanzate per spiegare il fenomeno del rischio di drop-out, che risulta sempre molto diffuso nei vari Paesi, segnalano principalmente il ruolo dei fattori emotivi e sociali (Richardson, Abraham & Bond, 2012; Diseth & Kobbeltvedt, 2010; Heikkila, Niemivirta, Nieminen & Lonka, 2011; Biasi, Mallia, Menozzi & Patrizi, 2015; Burgalassi, Biasi, Capobianco & Moretti, 2016). In questo filone di ricerca, il presente contributo approfondisce il ruolo di specifiche variabili individuali come quelle motivazionali, la capacità di autoregolazione degli apprendimenti e, conseguentemente, i livelli di auto-efficacia sviluppati dallo studente nell’influenzare il successo o l’insuccesso accademico. Ci riferiamo in particolare al modello teorico dell’apprendimento auto-regolato di Pintrich (2004) secondo il quale sono le strategie cognitive e metacognitive che gli individui adottano a permettere loro di raggiungere gli obiettivi di apprendimento, intesi in termini di conoscenza, comprensione e abilità. Partendo da tale costrutto, le recenti indagini da noi condotte (Biasi, De Vincenzo & Patrizi, 2017) hanno evidenziato, attraverso modelli di regressione, il peso di alcuni fattori predittivi del rischio di drop-out degli studenti universitari, tra i quali sono risultati determinanti: una condizione di “amotivazione” allo studio specifico intrapreso, una inadeguata modalità di elaborazione cognitiva e una scarsa autoefficacia percepita.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.