La domanda che il paper propone è legata proprio al ruolo che il progetto, nella sua logica di prefigurazione e di processualità, potrebbe svolgere nella città delle compresenze, a partire dalla rivisitazione delle parole infrastruttura/infrastrutturazione. Togliere a queste parole la loro durezza “istituzionale” che limita l’idea di infrastruttura ancorandola a quella di una rete sempre più potente e polarizzata: è questo il tema. Si tratta di provare a ri-concettualizzare il termine infrastruttura, compiendo un passo indietro nell’intendere il suo significato: infrastruttura come supporto (Secchi 2012); infrastrutturazione come costruzione di condizioni per la vita nella città delle compresenze, aperta, inclusiva, plurale. L’architettura, abbandonando la logica della residualità e di una temporaneità che rifiuta la responsabilità del dare forma, può conquistare lo spazio lasciato libero dall’indebolimento della pesantezza e della completezza della logica infrastrutturale. Usando il concetto di stabilmente temporaneo come guida per modificare, con logiche diverse, il nostro ambiente e gli spazi dell’abitare, il pensiero, la struttura e le tecniche del progetto possono SUGGERIRE (nel senso di individuare e descrivere) gli SPAZI di “possibilità” di un nuovo tipo di infrastrutturazione e PREDISPORRE (ex-novo o no), fino a costruirle materialmente, le infrastrutture deboli capaci di accogliere le compresenze.
Pone, M. (2017). Infrastrutture deboli per la città delle compresenze. In Compresenze. Corpi, azioni e spazi ibridi nella città contemporanea. (pp.142-145). Università degli Studi Roma Tre.
Infrastrutture deboli per la città delle compresenze
Maria Pone
2017-01-01
Abstract
La domanda che il paper propone è legata proprio al ruolo che il progetto, nella sua logica di prefigurazione e di processualità, potrebbe svolgere nella città delle compresenze, a partire dalla rivisitazione delle parole infrastruttura/infrastrutturazione. Togliere a queste parole la loro durezza “istituzionale” che limita l’idea di infrastruttura ancorandola a quella di una rete sempre più potente e polarizzata: è questo il tema. Si tratta di provare a ri-concettualizzare il termine infrastruttura, compiendo un passo indietro nell’intendere il suo significato: infrastruttura come supporto (Secchi 2012); infrastrutturazione come costruzione di condizioni per la vita nella città delle compresenze, aperta, inclusiva, plurale. L’architettura, abbandonando la logica della residualità e di una temporaneità che rifiuta la responsabilità del dare forma, può conquistare lo spazio lasciato libero dall’indebolimento della pesantezza e della completezza della logica infrastrutturale. Usando il concetto di stabilmente temporaneo come guida per modificare, con logiche diverse, il nostro ambiente e gli spazi dell’abitare, il pensiero, la struttura e le tecniche del progetto possono SUGGERIRE (nel senso di individuare e descrivere) gli SPAZI di “possibilità” di un nuovo tipo di infrastrutturazione e PREDISPORRE (ex-novo o no), fino a costruirle materialmente, le infrastrutture deboli capaci di accogliere le compresenze.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.