This article describes the beginning of the restoration work of the Church of San Francesco del Prato in Parma. This monument, an impressive 14th century Franciscan church, one of the most distinguished churches in Italy, has been used as a prison for two centuries and for this reason its architectonical configuration has been radically altered. The design restores the original function and recovers the most accomplished historical aspects without concealing the subsequent modifications.

Di fronte a un edificio di grande valore storico e architettonico sfregiato da manomissioni inconsulte, ci si pone sempre la domanda di quanto sia legittimo riportarlo ad uno stato che ne consenta una piena leggibilità, non tanto del suo assetto originario, ma del suo “stato normale”, secondo quanto formulato nella nota circolare Fiorelli (1882) e che resta ancora attuale soprattutto quando questa aspirazione coincide con quanto si aspettano le popolazioni interessate. Ma è altrettanto legittima la necessità di continuare a leggere le stratificazioni storiche, sia quelle coerenti che quelle che hanno procurato le lacerazioni che si vuole ricucire. E’ a queste due esigenze che vorrebbe dare una risposta plausibile il progetto di restauro della chiesa di san Francesco del Prato a Parma. Nel 2002, Paolo Marconi, con Giorgio della Longa e Michele Zampilli, furono incaricati dalla Provincia Emiliano-Romagnola dei Frati Minori Conventuali di redigere il progetto di restauro della chiesa di san Francesco del Prato a Parma, che per quasi due secoli era stata adibita a carcere con trasformazioni pesantissime che avevano modificato radicalmente l’assetto architettonico di una chiesa francescana tra le più insigni d’Italia. Il progetto prevedeva un ritorno alla funzione originaria ed il ripristino dello “stato normale” limitatamente ai paramenti esterni. Purtroppo, per vicende tipiche del nostro paese, il progetto non ebbe un esito concreto. Ora, a distanza di quasi quindici anni dall’approvazione del progetto da parte degli organi di tutela (2004), rientrato il monumento nelle disponibilità del Demanio che ne ha ceduto l’uso alla Diocesi di Parma, i lavori potranno prendere avvio a breve, dopo una revisione complessiva del progetto, essendo nel frattempo cambiata la normativa sismica, avvenuti due terremoti molto severi, e cambiate alcune esigenze della committenza. L’incarico è stato affidato a Giorgio della Longa che si avvarrà della consulenza di Barbara Fiorini e Michele Zampilli con la progettazione strutturale curata da Giovanni Cangi e suoi collaboratori. La chiesa di San Francesco, un imponente costruzione gotica in laterizi a tre navate e cappelle sul alto meridionale, con la trasformazione in carcere aveva subito moltissime modifiche: solai e tramezzature interne, apertura di finestre sulla facciata e sui fianchi. Negli anni Ottanta la Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici dell'Emilia aveva rimosso gran parte di queste strutture lasciando uno scheletro che mostrava i lacerti di una storia gloriosa, ma “congelando” lo stato dei fronti esterni in attesa di un complicato restauro anche dal punto di vista teorico. Il progetto si propone di riportare la chiesa alla sua facies più matura senza però occultare completamente i segni delle manomissioni successive. Questo intervento espone le scelte architettoniche e strutturali operate per conseguire tale obiettivo.

Zampilli, M. (2020). Compatibilità tra restituzione dello "stato normale" di un monumento e conservazione della leggibilità delle stratificazioni storiche. Il caso del restauro della chiesa di san Francesco del prato a Parma. In Restauro: Conoscenza, Progetto, Cantiere, Gestione. Sezione 4.2: Realizzazione degli interventi Casi studio (pp.647-655). Roma : Edizioni Quasar di S. Tognon srl.

Compatibilità tra restituzione dello "stato normale" di un monumento e conservazione della leggibilità delle stratificazioni storiche. Il caso del restauro della chiesa di san Francesco del prato a Parma

Zampilli Michele
2020-01-01

Abstract

This article describes the beginning of the restoration work of the Church of San Francesco del Prato in Parma. This monument, an impressive 14th century Franciscan church, one of the most distinguished churches in Italy, has been used as a prison for two centuries and for this reason its architectonical configuration has been radically altered. The design restores the original function and recovers the most accomplished historical aspects without concealing the subsequent modifications.
2020
978-88-5491-016-4
Di fronte a un edificio di grande valore storico e architettonico sfregiato da manomissioni inconsulte, ci si pone sempre la domanda di quanto sia legittimo riportarlo ad uno stato che ne consenta una piena leggibilità, non tanto del suo assetto originario, ma del suo “stato normale”, secondo quanto formulato nella nota circolare Fiorelli (1882) e che resta ancora attuale soprattutto quando questa aspirazione coincide con quanto si aspettano le popolazioni interessate. Ma è altrettanto legittima la necessità di continuare a leggere le stratificazioni storiche, sia quelle coerenti che quelle che hanno procurato le lacerazioni che si vuole ricucire. E’ a queste due esigenze che vorrebbe dare una risposta plausibile il progetto di restauro della chiesa di san Francesco del Prato a Parma. Nel 2002, Paolo Marconi, con Giorgio della Longa e Michele Zampilli, furono incaricati dalla Provincia Emiliano-Romagnola dei Frati Minori Conventuali di redigere il progetto di restauro della chiesa di san Francesco del Prato a Parma, che per quasi due secoli era stata adibita a carcere con trasformazioni pesantissime che avevano modificato radicalmente l’assetto architettonico di una chiesa francescana tra le più insigni d’Italia. Il progetto prevedeva un ritorno alla funzione originaria ed il ripristino dello “stato normale” limitatamente ai paramenti esterni. Purtroppo, per vicende tipiche del nostro paese, il progetto non ebbe un esito concreto. Ora, a distanza di quasi quindici anni dall’approvazione del progetto da parte degli organi di tutela (2004), rientrato il monumento nelle disponibilità del Demanio che ne ha ceduto l’uso alla Diocesi di Parma, i lavori potranno prendere avvio a breve, dopo una revisione complessiva del progetto, essendo nel frattempo cambiata la normativa sismica, avvenuti due terremoti molto severi, e cambiate alcune esigenze della committenza. L’incarico è stato affidato a Giorgio della Longa che si avvarrà della consulenza di Barbara Fiorini e Michele Zampilli con la progettazione strutturale curata da Giovanni Cangi e suoi collaboratori. La chiesa di San Francesco, un imponente costruzione gotica in laterizi a tre navate e cappelle sul alto meridionale, con la trasformazione in carcere aveva subito moltissime modifiche: solai e tramezzature interne, apertura di finestre sulla facciata e sui fianchi. Negli anni Ottanta la Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici dell'Emilia aveva rimosso gran parte di queste strutture lasciando uno scheletro che mostrava i lacerti di una storia gloriosa, ma “congelando” lo stato dei fronti esterni in attesa di un complicato restauro anche dal punto di vista teorico. Il progetto si propone di riportare la chiesa alla sua facies più matura senza però occultare completamente i segni delle manomissioni successive. Questo intervento espone le scelte architettoniche e strutturali operate per conseguire tale obiettivo.
Zampilli, M. (2020). Compatibilità tra restituzione dello "stato normale" di un monumento e conservazione della leggibilità delle stratificazioni storiche. Il caso del restauro della chiesa di san Francesco del prato a Parma. In Restauro: Conoscenza, Progetto, Cantiere, Gestione. Sezione 4.2: Realizzazione degli interventi Casi studio (pp.647-655). Roma : Edizioni Quasar di S. Tognon srl.
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